SPORT & POLITICA

"Nulla contro Torino ma stia fuori",
Sala insiste sul veto olimpico

Il sindaco di Milano giura di non avere pregiudizi ma non arretra: "A suo tempo si è tirata indietro, oggi non può rientrare". E sul confronto dei costi tra Rho e l'Oval non ha dubbi: "La nostra è quella più conveniente". Il rimpianto "diplomatico" di Cirio

“Nulla contro Torino, ma quando è stato il momento ha rinunciato, quindi la pista di pattinaggio velocità deve essere fatta a Milano”. Il sindaco di Milano Beppe Sala, a margine dell’inaugurazione della nuova piscina del Centro Sportivo Cambini Fossati a Milano, smentisce di essere animato da pregiudizi ma conferma il suo ostracismo al coinvolgimento del capoluogo piemontese nelle Olimpiadi invernali del 2026. “Io – ha spiegato l’inquilino di Palazzo Marino – non voglio fare polemiche e non le faccio, io voglio dire a tutti i milanesi che sto lottando e lotterò per portare lo speed skating a Milano. Non ho nulla contro la città di Torino, dico che questo è un Paese in cui si fa presto a mandare sempre tutto in fanteria. Se è stato fatto un percorso, se Torino ha rinunciato, adesso è naturale che di fronte a un’opportunità la si assegni a Milano”. Per quanto riguarda il lato economico, Sala ha convenuto che è “giusto fare un conto economico”, come ha sollecitato ieri nel corso della cabina di regia il vicepremier Matteo Salvini, “non so come può venire fuori in maniera diversa rispetto a portarla a Milano. Qui non ci saranno costi pubblici, perché ha solo i costi che assorbirà dalla Fiera, quindi io mi attendo che si deciderà presto a favore di Milano”.

Sala ha poi sottolineato che “è importante che la questione non venga messa sul piano politico”, anche se è stato proprio lui ieri a dichiarare di essere pronto “a sollevare un problema politico. Torino aveva deciso di non avere le Olimpiadi, mettendo a rischio anche tutto il sistema, ora non si può tornare indietro”. E non importa se la decisione venne presa dall’allora amministrazione grillina di Chiara Appendino. “La scelta di Torino di non candidarsi in tandem con Milano e Cortina è stata presa da una sindaca, da un consiglio comunale, io c’ero e me lo ricordo, una posizione di una parte significativa della cittadinanza, per cui è inutile rinvangare”. Ma tant’è. Una scelta “sbagliata”, riconosce il governatore del Piemonte Alberto Cirio, ma come ha detto Salvini “in nessun caso milioni di piemontesi possono essere esclusi pregiudizialmente e solo per la scelta di una amministrazione, peraltro non riconfermata dagli elettori”.

Sala ha poi concluso ricordando che “l’idea delle Olimpiadi è cominciata nel 2017 a Lima in Perù quando, in un momento convegnistico del Cio, solamente io e Giovanni Malagò abbiamo cominciato a parlare con il presidente delle possibilità delle Olimpiadi a Milano, quindi ci siamo dall’inizio, vogliamo arrivare fino alla fine portando il meglio a Milano”. È stato “un errore”, quello di rinunciare alle Olimpiadi, “credo uno dei peggiori errori che storicamente questo territorio abbia compiuto in passato”, afferma Cirio. Il Piemonte, precisa, tifa “Italia non tifiamo né Milano né Torino né Cortina, noi tifiamo Italia e le Olimpiadi che sono una grande opportunità per l’Italia”.

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