POLITICA & SANITÀ

Sanità, scontro sulle assunzioni. Regione e Pd danno i numeri

Assurdo balletto di cifre sugli organici delle Asl. I dem accusano: "Nel 2022 persi mille posti". Il governatore Cirio e l'assessore Icardi replicano: "Aumentati dopo anni, saldo positivo". Valle: "Bugiardi". Ogni azienda fa da sé e comunque mancano medici e infermerieri

Un assurdo balletto di cifre quello tra maggioranza e opposizione sulle assunzioni nella sanità, con la musica dell’orchestrina di un Titanic che naviga sempre più pericolosamente. Da alcuni giorni il Pd, sull’onda delle proteste e delle denunce dei sindacati, attacca a testa bassa il governo regionale di centrodestra e in particolare il presidente Alberto Cirio squadernando tabelle dalle quali emerge la perdita di un migliaio di dipendenti della sanità nel giro di appena un anno.

Dati, quelli che come precisa il consigliere nonché segretario regionale dem Domenico Rossi “ci sono stati forniti in maniera ufficiale e certificata dalle aziende sanitarie”, cui il governatore ne oppone altri, assai differenti. “Nel 2022 il saldo tra uscite e assunzioni con contratto a tempo indeterminato in sanità è positivo per 941 unità, il dato più alto dal 2018”, sostiene Cirio. Possibile che balli non una manciata, ma addirittura un migliaio di posti tra le due versioni? Possibile, anche se fino ad ora inspiegabile al di là della schermaglia che presumibilmente proseguirà oggi in Consiglio regionale con i piddini sulle barricate e pronti pure a dare battaglia su un altro fronte caldo annunciando la campagna “Stop alle liste d’attesa”.

“Il presidente Cirio vola di fantasia sui numeri del personale sanitario. Vanta un saldo positivo di mille assunzioni sul 2022, ma come sia stato possibile assumere 1000 persone in più, spendendo 50 milioni di euro in meno, è un mistero”, attacca il capogruppo dem Raffaele Gallo. “Cirio è un bugiardo”, va giù per le trippe il vicepresidente del consiglio regionale Daniele Valle, sventolando i fogli su cui ci sono quei numeri forniti da Asl e Aso che raccontano di come nella maggioranza dei casi il saldo tra chi ha lasciato il posto e i nuovi assunti, sia si tratti di medici, di infermieri o di altre figure, risulta preceduto dal segno meno. Ma sono dati che raccontano anche altro, dicono che ci sono aziende in cui nell’anno preso in esame i nuovi assunti superano coloro che hanno lasciato il posto e altre in cui accade il contrario.

Guardando ai medici si trova un saldo positivo di 20 all’Asl T04 a fronte di uno negativo di 37 nell’asl di Alessandria, quella messa peggio. Lo stesso per gli infermieri: 55 in più ad Asti e 58 in meno all’Asl Cuneo1. Solo alcuni esempi che aprono a un interrogativo: perché c’è chi ha assunto di più e invece chi ha stretto i cordoni? Un occhio più attento alle necessità di personale e qualcun altro strabico verso i conti e ai bilanci? “Ci dicano, Cirio e l’assessore Luigi Icardi, perché ci sono queste differenze. Hanno dato disposizione di assumere e qualcuno non l’ha seguita o viceversa hanno detto di limitare i nuovi assunti e qualche direttore ha disatteso l’indicazione?”. Insomma, ancora una volta ciascuna azienda procede con un concetto assai ampio di autonomia a fronte di una regia regionale che appare debole se non quasi assente.

Cirio e Icardi in una nota rispondono al Pd sostenendo che “è abbastanza paradossale che si chieda di risolvere in meno di un anno, questo è il tempo trascorso da quando l’emergenza pandemica ha mollato la stretta, difficoltà strutturali come le liste d'attesa, l'affollamento dei pronto soccorso o la carenza di personale in sanità che si trascinano da più di dieci anni. Detto questo – sottolineano presidente e assessore – la Regione sta mettendo in campo ogni energia possibile per affrontarle e lo sta facendo, per la prima volta nella storia, con un metodo strutturato”. Ai sindacati replicano che “le criticità evidenziate sono reali e le abbiamo ben presenti. Ma è bene ricordare che la sanità piemontese non arriva solo da tre anni di pandemia, ma anche da dieci anni di immobilismo e sostanziale blocco delle assunzioni a causa del piano di rientro”.

Ai numeri portati dall’opposizione rispondono sostenendo che “il 2022, che pure in parte è stato ancora segnato dall’emergenza pandemica, segna già un primo cambio di passo, come dimostrano i numeri delle assunzioni del comparto sanitario, finalmente con un saldo positivo sul turn over per 941 unità, che include anche una prima parte delle stabilizzazioni del personale assunto nel periodo Covid, oltre 600 su 1.137 totali, che proseguirà nel 2023”. Cifre alle quali il Pd con Valle risponde bollando il governatore come “bugiardo”. E il capogruppo Gallo chiosa: “Agli annunci e alla bugie di Cirio ci possiamo ormai abituare, non ci rassgneremo però al peggioramento dei servizi sanitari, al soffocamento della sanità pubblica. È ora che il Piemonte si dia una mossa”. Per ora ballano le cifre.

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