GLORIE NOSTRANE

Tra i "ribelli" dell'Enel anche il nemico di Quaglia

Galietti, l'analista torinese trapiantato a Roma dove svolge fruttuose consulenze, è nella lista dei fondi critica con il governo. "Vogliamo un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente". E per la Crt si è già schierato con Palenzona

C’è anche Francesco Galietti, analista di scenari geoeconomici, quarantenne torinese trapiantato a Roma dove opera nella consulenza strategica, nella lista dei candidati per la nomina del cda di Enel, la terza, alternativa a quella presentata dal Governo e da Assogestioni. A inoltrarla questa mattina è stato l’asset manager Covalis Capital, che detiene una quota pari a circa l’1% del capitale del colosso italiano. Oltre ai nomi, primo dei quali quello di Marco Mazzucchelli, Covalis ha pubblicato una nota di fuoco nella quale critica “l’opacità” e “l’incertezza” che ha circondato il processo seguito dal Governo per le nomine dei nuovi vertici Enel.

Giovedì scorso il Governo ha indicato Flavio Cattaneo come nuovo amministratore delegato al posto di Francesco Starace e Claudio Scaroni alla presidenza. Sul primo si addensano dubbi circa l’effettiva competenza nel settore, mentre sul secondo (fortemente voluto da Silvio Berlusconi e imposto dal suo gran visir Gianni Letta) pesa i suoi trascorsi proprio all’Enel, da lui guidata per tre anni come amministratore delegato nella prima decade degli anni Duemila, quando coltivò rapporti privilegiati con la Russia.

Tramite una nota, Zach Mecelis, fondatore e ceo di Covalis Capital, ha sottolineato che “l’incertezza che circonda il processo di nomina del consiglio di amministrazione contribuisce a far sì che le azioni di Enel vengano scambiate a sconto rispetto alle società del settore e che la società abbia un costo del capitale più elevato di quanto sarebbe altrimenti”. “A causa dell’opacità del processo, non sappiamo cosa rappresenti la lista proposta dal governo o quale sia il suo piano per Enel – continua la nota –. Crediamo che gli investitori internazionali, i dipendenti e le società in cui Enel opera meritino di meglio e sentiamo la responsabilità di avviare un dibattito. Vogliamo un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente”.

Il nome di Galietti segue quello di Mazzucchelli, manager di lungo corso che ha ricoperto ruoli dirigenziali in Sanpaolo Imi, Crédit Suisse, Rbs e Jiulius Baer., e quello di Leilani C. Latimer, mentre precede quelli di Monique Sasson, Paulina Beato e Daniel Lacalle. Speranze di entrare nel baord pressoché nessuna, si tratta però di una chiara mossa di posizionamento. Galietti, fondatore e ceo di Policy Sonar, una società di consulenza specializzata in analisi di scenario e strategie di rischio, siede tra l’altro nel consiglio di sorveglianza della Fondazione Crt, designato dal sindaco di Torino dell’epoca, la grillina Chiara Appendino. Domani sarà sotto la Mole per la votazione del presidente dell’ente di via XX Settembre, su cui ha le idee piuttosto chiare: “Non voterei per Giovanni Quaglia neppure fosse l’unico candidato presente”, ha sentenziato in una recente riunione del Cdi. Un rapporto, quello con il M5s, coltivato negli anni scorsi, in particolare con l’allora ministro Luigi Di Maio, per il quale organizzò il roadshow con la comunità finanziaria londinese.

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