FINANZA & POTERI

Cuneo dà una lezione a Torino, rinnovo senza scossoni in Crc

Nella Crt sono volati gli stracci. Il sistema della Granda invece ha già trovato l'intesa per i futuri vertici della fondazione. Il numero uno di Confindustria Gola verso la presidenza. Un Crosetto ha messo gli occhi sulla Camera di commercio. La regia di Cirio

La Fondazione Crt è diventata un caso da manuale. Da non seguire. Tanto che a Cuneo chi è impegnato nelle trattative sui nuovi vertici della Fondazione Crc assicura: “Non faremo certo come Torino”, dove solo al termine di una lacerante conta interna Fabrizio Palenzona ha preso il posto di Giovanni Quaglia. Insomma, nella Granda la strada per trovare il successore di Ezio Raviola, imprenditore monregalese che da vicepresidente, aveva ricevuto il testimone da Giandomenico Genta, costretto a lasciare in anticipo il timone a causa di gravi problemi di salute, è in discesa. Nonostante manchi un anno alle elezioni la decisione è stata presa. L’asse tra istituzioni ed enti, sotto la regia del governatore Alberto Cirio, è saldo sul nome di Mauro Gola.

La Crc è un finanziariamente solida: può contare su un patrimonio netto di 1,4 miliardi e per il 2023 ha già messo a budget erogazioni per 33,7 milioni di euro. Lo scorso anno ha ricevuto 23 milioni di dividendi da Intesa Sanpaolo, che pesano per il 40% sul totale dei dividendi incassati. E, avendo aumentato la sua quota azionaria nella banca (dallo 0,63% all’1,05%) si candida per un posto nel futuro board dell’istituto guidato da Carlo Messina. Una cassaforte in grado di sostenere un territorio in forte ascesa e con grandi ambizioni. Motivo in più per evitare che il passaggio di consegne sia frutto del caso o dell’iniziativa di alcuni potentati locali come accaduto per la sorella maggiore di Torino.

Tra coloro che hanno sperato – e forse ci spera ancora – nell’incoronazione, spicca l’ex sindaco di Cuneo Federico Borgna, che ha benedetto il passaggio di consegne con l’ex parlamentare Patrizia Manassero, nell’ottica di un accordo col Pd in grado di assecondare le sue ambizioni “bancarie”. Qualcuno ci è rimasto male e intanto, complice anche il declino di Giovanni Quaglia, diventa sempre più alto il rischio di veder disperso quel patrimonio civico che aveva contraddistinto il decennio di mandato targato Borgna. Pare proprio che il gioco non sia valso la candela. Qualcosa è andato storto per l’ex primo cittadino che raccontava di avere in tasca anche la promessa di Cirio, “di quelle di Alberto, che scrive sul bagnasciuga” se la ride un insider della Granda.

E così è maturata la scelta di Mauro Gola, attuale presidente della Confindustria di Cuneo e anche della Camera di commercio, sul cui nome si sarebbe già registrata un’ampia convergenza di tutti i soci. Anche perché la sua nomina si porterebbe dietro un nuovo assetto al civico 3 di via Emanuele Filiberto, dando seguito a quella turnazione tra le diverse componenti interne per cui dopo un industriale dovrebbe seguire un rappresentante del commercio. In particolare si fa il nome dell’attuale presidente di Confcommercio Luca Chiapella, ma non mancano alcune frizioni perché ad accampare il diritto a succedere sulla poltrona dell’ente camerale, sempre in nome della turnazione, è una figura dal cognome importante come Luca Crosetto, attuale numero uno di Confartigianato ma anche cugino primo del più noto ministro ed esponente di peso di Fratelli d’Italia. Questo è l’ultimo tassello del mosaico che Cirio – abile in questa partita a giocare di sponda con il presidente della Provincia Luca Robaldo, suo ex capo della segreteria in piazza Castello – dovrà sistemare. In un dossier che il governatore conosce a menadito potendo contare, oltreché sulle sue relazioni, anche su un consigliere d’eccezione come la sorella Giuliana, storica e unanimemente apprezzata direttrice di Confindustria.

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