Nel segno del Cavaliere

Parlare di Silvio Berlusconi è sempre difficile perché ci si trova di fronte ad una persona dalle doti eccezionali che qualcuno potrà dire male utilizzate, ma che non si possono negare. Personalità poliedrica che ove si è applicato ha conseguito risultati fuori dal comune. Una delle poche persone che possiamo già da subito affermare con certezza che entrerà a pieno titolo nei libri di storia. Qui faremo solo alcune brevi considerazioni sulla sua azione politica e ce ne sarebbe da parlare all’infinito.

Una prima riguarda l’azione di Berlusconi nell’ultimo decennio quando fu scalzato da un’operazione di palazzo. Possiamo anche non essere d’accordo con le sue scelte, ma ha sacrificato elettoralmente il suo partito per quello che in quel momento sembrava la soluzione migliore per tutelare l’Italia votando i vari governi di unità nazionale e ben due presidenti della Repubblica di sinistra. Per alcuni, queste possono essere state scelte sbagliate, ma lo pongono nell’alveo degli statisti che sacrificano il proprio interesse per quello superiore del paese.

Alcuni fanno notare che nei suoi anni di governo non è riuscito a portare a termine nessuna riforma significativa e anche se è un giudizio un po’ tranchant non si può effettivamente intestargli nessuna legge di una certa consistenza. Ma l’azione politica non si esaurisce solo nel legiferare, ed è evidente a tutti che l’intuizione politica di Berlusconi è stata la creazione del centrodestra con l’unione delle forze conservatrici, liberali, cattoliche e riformiste. Ciò è stato fatto notare da un attento osservatore nonché protagonista come Paolo Mieli. Senza menar il can per l’aia, l’attuale governo Meloni è figlio di Berlusconi ed è difficile pensare che senza la discesa in campo nell’ormai lontano ’94 oggi ci potrebbe essere un governo di centrodestra.

Molti liberali o quasi tutti rimproverano a Berlusconi quella che potremmo chiamare la grande delusione ovvero la mancata rivoluzione liberale. Di fatto i governi Berlusconi non hanno brillato per liberalismo, ma non bisogna dimenticare le situazioni contingenti. La mancata rivoluzione liberale, come la mancanza di riforme in generale, sono state ostacolate da vari fattori. Non sappiamo se l’uomo Berlusconi avesse una reale convinzione su alcune idee, ma non bisogna dimenticare chi erano gli alleati, l’accanimento giudiziario, i mass media e le resistenze nella macchina statale. Ricordiamo una riforma fiscale bloccata dai centristi di Casini per esempio. O il ritorno del nucleare ostacolato in tutti i modi. Berlusconi è sempre stato considerato un parvenu dalla politica non solo dai suoi avversari, ma anche dei suoi alleati con vari tentativi di scalzarlo. Non sapremo mai se con alleati diversi, per esempio più liberali, e senza persecuzione giudiziaria le cose sarebbero andate diversamente. Una cosa certa possiamo dire: Berlusconi ha parlato di rivoluzione liberale e non è riuscito o non ha voluto farla, ma i liberali sono riusciti almeno a parlarne?

In questi giorni si parla di riforma della giustizia e speriamo che questo governo la porti a termine. Se non ci fosse stato Berlusconi nel centrodestra sarebbe maturata una coscienza garantista? Vogliono giustamente intitolare questa riforma a Berlusconi perché è figlia della cultura garantista che ha seminato nei partiti e nell’elettorato di centrodestra. Il ponte sullo stretto di Messina che Berlusconi ha cercato di realizzare in tutti i modi e gli è stato impedito. Se adesso si riuscirà a fare non è anche un po’ merito suo?

Il parlamento ha votato la delega fiscale affinché il governo possa modificare il fisco italiano e nel centrodestra si parla di flat tax. Non è stato Berlusconi a introdurre il tema fiscale trent’anni orsono? Il presidente del consiglio Meloni che parla di “pizzo di stato” per qualificare le vessazioni inflitte dal fisco italiano agli artigiani non è figlia della cultura introdotta da Berlusconi? Se questo governo riesce ad operare senza grandi ostacoli dalla macchina statale è anche perché Berlusconi è riuscito nell’impresa di sfiancare la sinistra con tutti i poteri forti a cui è connessa. Senza la resistenza di Berlusconi alla macchina infernale della sinistra, alleata con pezzi della magistratura, dei mass media e della burocrazia non sarebbe potuto nascere un governo di centrodestra.

Se questo governo riuscirà a portare a termine la riforma della giustizia, quella del fisco e a realizzare il ponte sullo Stretto saranno tre progetti figli dell’opera di Berlusconi.

In ultimo, non bisogna dimenticare il fatto di aver fermato la gioiosa macchina di guerra di Occhetto, impedendo che i postcomunisti, poco post, andassero al governo che con la fame di potere che avevano avrebbero occupato ogni ganglio impendendo ad altri partiti di poter governare per decenni.

print_icon