POLITICA & GIUSTIZIA

"Riforma preoccupante e surreale",
il pg Saluzzo boccia Nordio

Il magistrato torinese si unisce al fronte degli oppositori. "Sulle intercettazioni manifesto la mia assoluta contrarietà a qualunque forma di limitazione, limatura e inasprimento delle condizioni". E l'abuso d'ufficio non va toccato: "È un reato sentinella"

“Sono preoccupato per tutti gli aspetti di questa riforma'”. Il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, si iscrive al fronte degli oppositori della riforma targata Carlo Nordio. E così sulla falsa riga delle rappresentanze più corporative e conservatrici della categoria, prima tra tutte l’Anm, anche il magistrato torinese boccia l’intervento del Governo. La riforma è “da ripensare perché sicuramente ci sono degli aspetti che possono essere migliorati”, a cominciare dall’abuso d’ufficio, a proposito del quale osserva “come ho già scritto al presidente della commissione giustizia della Camera, trovo surreali le motivazioni che stanno alla base della cancellazione, si potrebbe rimodulare, trovare una definizione migliore, ma non certo abrogare il reato perché quel reato è un reato sentinella'”. Ma le preoccupazioni di Saluzzo, esternate a margine della festa della Guardia di Finanza, si estendono anche alla questione intercettazioni. “Manifesto la mia assoluta contrarietà a qualunque forma di limitazione, limatura e inasprimento delle condizioni e dei presupposti per attuarle, per chiederle, per avere autorizzazioni perché – spiega – senza intercettazioni, che non sono solo quelle storicamente telefoniche ma anche quelle telematiche, digitali, noi smettiamo di portare a casa metà dei risultati che portiamo e non parlo solo di criminalità organizzata o di organizzazioni mafiose ma anche di reati della pubblica amministrazione nei quali non c’è mai la denuncia iniziale. Pensare che in un Paese come il nostro a trazione illegale inimmaginabile, incomparabile con altri paesi, di limitare le intercettazioni telefoniche significa non avere sott’occhio la lente della realtà”.

Quanto alle questioni processuali, quella sull’appello dei pm, per il pg di Torino “è incostituzionale, il solo fatto che si voglia distinguere i reati lievi da quelli gravi che è una distinzione che la Costituzione non consente, si autodichiara incostituzionale la norma. E poi – prosegue – l’ingenuità di pensare che si possano costituire i collegi con tre giudici per decidere, quando ci sono già oggi ritardi enormi sulla risposta alle richieste di applicazione delle misure cautelari da parte delle procure e ancora l’interrogatorio preventivo, non so se mi faranno un procedimento disciplinare, ma è veramente fantastico”.

Infine, a proposito del diritto di critica dei magistrati, Saluzzo conclude che “i magistrati non hanno diritto a criticare le leggi, ma nella formazione della legge come tutti i cittadini possono esprimere le loro valutazioni critiche, adesive, parzialmente critiche poi quando la legge c’è bisogna applicarla ma se non si è convinti gli strumenti ci sono, c’è la Corte Costituzionale, c’è la Corte di giustizia, quindi i magistrati non devono essere ridotti al silenzio né preventivo né successivo”.

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