EDILIZIA SANITARIA

Ospedale di Cuneo, conti da rifare e con la firma servono garanzie

Dopo 14 mesi di stallo, il piano finanziario del progetto presentato dal Gruppo Dogliani va rivisto. Le valutazioni del commissario Tranchida. Si attende un impegno della Regione analogo a quello sottoscritto per la Città della Salute di Novara

È il primo della lista, ma anche per il futuro ospedale di Cuneo la data per la posa della prima pietra resta un’incognita. E non solo quella. Pur favorito dall’avere, al contrario di altri casi come quello di Alessandria, un luogo certo individuato dove costruire la struttura destinata a sostituire il Santa Croce e Carle, in frazione Confreria, l’iter non solo è appena all’inizio, ma deve scontare un enorme ritardo. 

Da alcuni giorni, a quanto risulta allo Spiffero, gli uffici della direzione regionale della Sanità e dell’assessorato stanno esaminando la documentazione prodotta dal commissario dell’azienda ospedaliera della Granda, Livio Tranchida. L’ex direttore generale di Amos (l’azienda di servizi sanitaria partecipata da cinque Asl e Aso) si era insediato ai primi di aprile dopo che il precedente direttore, Elide Azzan, si era dimesso in seguito a un duro scontro con l’assessore regionale Luigi Icardi. Oggetto del dissidio proprio l’interminabile attesa, oltre un anno, per giungere all’indispensabile dichiarazione di pubblico interesse della proposta di partenariato pubblico-privato avanzata dal Gruppo Dogliani.

Una firma che prevede alcuni passaggi preliminari sostanziali, primo tra tutti, quello ora in capo agli uffici regionali e che riguarda l’analisi e le eventuali osservazioni alle valutazioni, messe nero su bianco da Tranchida, del piano di partenariato proposto dal grande gruppo cuneese delle costruzioni. Il manager l’altro ieri è stato visto al grattacielo e sempre secondo quel che da lì trapela, il responso dei dirigenti e funzionari regionali sul dossier arrivato da Cuneo dovrebbe essere questione di giorni. Assai probabile che alla luce delle richieste della Regione sia necessario un ulteriore confronto tra l’azienda ospedaliera, in veste di stazione appaltante, e il gruppo che ha proposto il partenariato. 

Un fatto è dato ormai per certo da parte degli uffici, così come ripetutamente ribadito dallo stesso Icardi: il nuovo codice degli appalti non inficia, tantomeno annulla, la procedura avviata. Altrettanto certo è un altro aspetto, che per alcuni versi può aiutare comprendere il possibile cortocircuito scattato tra l’allora direttore generale e il vertice regionale su tempi quasi biblici trascorsi senza che si facesse un passo avanti. Riguarda una delibera regionale con la quale, nel 2020, venne stabilito che le aziende sanitarie e ospedaliere prima di sottoscrivere la dichiarazione di pubblico interesse debbano ricevere dalla Regione un parere di congruità economica, in parole povere l’assicurazione che esistano le coperture finanziarie per realizzare l’opera. E questo viatico dal grattacielo, ancora non c’è. Ciò non vuol dire che non arriverà. Per la futura Città della Salute di Novara questa assicurazione è arrivata con una legge regionale, nella quale c’è l’impegno a corrispondere i canoni previsti dal partenariato, peraltro in questi giorni dilatati con una decisione motivata dall’aumento dei tassi d’interesse.

Proprio l’esperienza, non certo positiva, del lungo e complicato percorso per il polo sanitario novarese pesa, nel bene e nel male, sull’iter per il futuro ospedale di Cuneo. Ecco perché tra le valutazioni prodotte dal vertice dell’azienda e le osservazioni della Regione emerge la necessità di rivedere il piano finanziario, visto che come viene fatto notare dagli addetti ai lavori, il contesto economico è profondamente cambiato in quattordici mesi. Quante soldi in più serviranno? Resterà valida, sul piano tecnico e delle dotazioni, l'offerta del gruppo Dogliani? E, ancora, sarà un passaggio semplice quella garanzia che la Regione deve mettere nero su bianco circa la copertura economica? Molte risposte potrebbero arrivare, anche indirettamente, dalle osservazioni al dossier prodotto da Tranchida che si starebbero ultimando al grattacielo.

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