ALTA TENSIONE

"Non più protesta ma eversione".
La Lega alza il tiro sui No Tav

La contestazione della Torino-Lione nelle mani dei professionisti della violenza, giunti persino dall'estero. Il capogruppo Molinari: "Sono atti di terrorismo, però non servono leggi speciali". E invita i sindaci contrari all'opera a non essere ambigui e condannare gli assalti

“Queste non sono manifestazioni di protesta, legittime e pacifiche, ma atti di terrorismo ed eversione”. In Val di Susa c’è ancora l’odore acre lasciato dalle molotov e dalle bombe carta insieme ai segni della devastazione e alla sacrosanta rabbia di chi ha dovuto stare ore in coda per la chiusura dell’autostrada. Festival Alta Felicità, così era stato annunciato l’ennesimo raduno di oltre mille manifestanti subito trasformato in guerriglia. Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera della Lega quel che è successo ieri, replicando innumerevoli analoghi atti di violenza, alza il livello semantico e li definisce, senza se e senza ma, “eversione”.

Onorevole Molinari, la Lega esprime il ministro dell’Interno e ha il suo leader Matteo Salvini al dicastero delle Infrastrutture. Non siete mai stati teneri con i contestatori della Tav, ma oggi di fronte a quanto appena accaduto si può e si deve fare di più per contrastare quella che lei definisce terrorismo ed eversione? 
“Sia Piantedosi che Salvini sono sempre stati molto risoluti contro questi terroristi. Non c’è da fare altro se non continuare nella linea del rigore”.

Quindi esclude provvedimenti legislativi più forti? 
“Sappiamo che il movimento No Tav, come altri di estremismo ambientalista, diventa uno spunto, un pretesto per l’eversione che vede la partecipazione anche di soggetti che nulla c’entrano con quel territorio. È noto alla forze dell’ordine, ai servizi segreti, al parlamento. Bisogna assicurare queste persone alla giustizia, ma non servono leggi speciali. Gli strumenti ci sono”.

Ormai lo schema è noto, si annuncia una manifestazione poi ci si trova tra molotov, sassi recinzioni divelte e quant’altro. 
“Le manifestazioni pacifiche sono pienamente legittime, ovviamente. Ci mancherebbe altro. Resta il fatto che poi gli atti eversivi sono in qualche modo imprevedibili, anche se le nostre forze di polizia hanno mostrato professionalità e capacità nel contrasto”.

I tempi lunghi per la realizzazione della Torino-Lione, giocoforza, forniscono al fronte avverso e a coloro che lo prendono a pretesto per atti violenti. Un’accelerazione dei lavori non contribuirebbe a fermare, finalmente, queste azioni? 
“Che per noi, Tav e Terzo Valico siano delle priorità è noto, così com’è noto che la Tav è un’opera che coinvolge anche un altro Paese. Ma anche sull’impegno della Francia, Salvini è molto attivo e sta cercando come possibile di accelerare sull’opera”.

C’è una parte della Valsusa costretta ad essere militarizzata, un dispendio di personale e denaro enorme. C’è anche una responsabilità da parte di chi legittimamente avversa la Tav, ma che finisce con l’aprire la strada alla violenza?
“Contrariamente a quanto accade per il Terzo Valico, per la Tav ci sono sindaci che mai si sono neppure sedere al tavolo per i fondi compensativi. Forse servirebbe un atteggiamento più responsabile da parte di alcuni amministratori locali. Premesso che non sono colpa loro questi atti terroristici, l'ambiguità certamente non aiuta”.

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