POLITICA & AMBIENTE

Euro 5, "il blocco non lo firmo". La rivolta del sindaco leghista

Con la Regione Piemonte in attesa del salvagente dal Governo, il primo cittadino di Biella Corradino alza la voce: "Me ne assumo i rischi. Penso a chi lavora". E chiede una modifica che imponga la stretta solo dove l'aria è più inquinata: "A Torino fanno bene a farla"

La rivolta contro il blocco ai diesel Euro 5 parte dalle province. E il sindaco di Biella, il leghista Claudio Corradino, alza il livello dello scontro e annuncia che non firmerà l’ordinanza che dal 15 settembre renderà operativo il provvedimento. Anzi, “l’avevo già fatta e l’ho revocata stamattina, perché l’impatto è notevole", racconta allo Spiffero, “penso a chi lavora”.

Mentre la giunta regionale è al lavoro su una scappatoia più appetibile del Move In, la scatoletta contachilometri che consentirà ancora di usare ancora gli Euro 5 (ma va pagata), qualcuno doveva pur battere i pugni sul tavolo: “Ho alzato la voce per vedere se succede qualcosa”, la mette giù il pirotecnico Corradino. Secondo una sua stima spannometrica l’ordinanza toccherebbe 20.000 auto nel biellese, 10.000 solo nel capoluogo. Col rischio che l’elettorato di centrodestra si senta tradito proprio da chi doveva rappresentarlo e difenderla.

Secondo Corradino però il problema “tocca tutti, a parte i talebani dell’ecologia”. Il primo cittadino biellese non vuole prendersela il governatore Alberto Cirio: “Capisco i problemi della Regione e li rispetto”, glissa, alludendo alle grane giudiziarie e alle procedure d’infrazione per la qualità dell'aria. Perché per Corradino l’ambiente è importante, ma va salvato dove soffre davvero: “A Torino fanno bene a farla perché teniamo all’ambiente e c’è un problema di qualità dell’aria. Ma qua da noi l’aria è buona”, aggiunge, motivo per cui chiede di rimodulare il provvedimento.

Insomma, il leghista fa la voce grossa al posto della giunta, minacciando una disobbedienza che Cirio e il suo assessore all’Ambiente Matteo Marnati, anch’egli della Lega, possono solo sognarsi. Non se la prende col Move In come il suo collega Alessandro Canelli, ma a domanda taglia corto: “Spero che la Regione riesca almeno a renderlo gratuito”.

Contro lo stop – giudicato una misura “intempestiva” e “impossibile, in pochi giorni, rispettare e applicare le norme” – si esprime anche la sindaca di Verbania Silvia Marchionini (Pd) che chiede alla giunta Cirio di tornare sui propri passi e sospendere l’ordinanza, annunciando nel contempo che l’amministrazione comunale “per ora non adotterà nessuna ordinanza in applicazione di una delibera regionale pasticciata”. “In questi giorni – sottolinea la sindaca – siamo stati subissati dalle giuste preoccupazioni di cittadini ed operatori economici e ribadiamo che saremo al fianco dei lavoratori, delle associazioni di categoria, delle persone più in difficoltà, per una norma inopportuna, stante le difficoltà economiche di questi ultimi mesi per il rialzo dei prezzi, delle materie prime, dei mutui”.

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