POLITICA & AMBIENTE

Euro 5, sindaci contro l'ordinanza che avevano firmato due anni fa 

I primi cittadini di Biella e Verbania, pasdaran contro il blocco, erano stati tra i primi a metterlo nero su bianco senza nulla obiettare. Il solo caso di "disobbedienza" a Giaveno, dove Giacone non ha emanato l'atto (contravvenendo a un obbligo). Ora si attende il Governo

Pronti e salire sulle barricate contro lo stop alla circolazione dei veicoli Euro 5, senza forse ricordarsi che erano stati proprio loro, un anno fa, i primi a mettere il sigillo sull’ordinanza che prevede, dal prossimo 15 settembre, la pesantissima limitazione al traffico.

Sembra un duello davanti allo specchio quello del sindaco di biella, il leghista Claudio Corradino che, probabilmente mai del tutto riavutosi dalla genuflessione al cospetto di Matteo Salvini, ancora l’altro giorno avvertiva perentorio: “Dopo essermi confrontato con i miei collaboratori ho deciso che non firmerò alcuna ordinanza di divieto di circolazione per i diesel euro 5 nella nostra città”. Evidentemente nessuno dei collaboratori consultati ha avuto l’ardire di ricordagli che l’ordinanza di divieto per gli Euro 5 sul territorio comunale l’aveva già firmata proprio due anni fa, il 26 agosto 2021. L’atto che contemplava altre limitazioni di più rapida applicazione conteneva anche il chiaro passaggio in cui si legge che “dal 15 settembre 2023 il divieto sarà esteso ai veicoli con omologazione Euro 5”. Più chiaro di così.

Leggi qui l'ordinanza di Biella

Altrettanto lo è l’ordinanza che, addirittura anticipando quella del suo collega biellese, il 3 agosto dello stesso anno viene emessa dal sindaco di Verbania, la piddina Silvia Marchionini, pure lei lesta a sventolare la bandiera della disobbedienza alla norma regionale. “È un’ordinanza illogica e intempestiva”, va giù lancia in resta inconsapevole di star consumando un harakiri. Lei, come Corradino quel divieto a futura memoria s’era sbrigata a emetterlo con debito anticipo. Si dirà che i sindaci erano tenuti ad emetterla quell’ordinanza e questo è vero, ma altrettanto vero è che c’è chi, come il primo cittadino di GiavenoCarlo Giacone, la sua firma si è rifiutato di apporla. Probabilmente l’unico in Piemonte, non solo a non firmare, ma soprattutto con quel gesto a segnalare ciò che altri hanno invece scoperto quando era (quasi) troppo tardi. 

Leggi qui l'ordinanza di Verbania

Questione di giorni e da Palazzo Chigi dovrebbe arrivare il dpcm con cui si mette una pezza al pasticcio che rischierebbe di avere pesantissime ripercussioni su più di mezzo milione di veicoli, e quindi su cittadini, lavoratori, imprese. L’ipotesi prevalente è quella di una rimodulazione del piano dell’aria del Bacino Padano e misure equivalenti in sostituzione del blocco del traffico. Un pasticcio im cui la Regione Piemonte non si è curata per mesi, rimediando una figura barbina. Superata forse solo da quella dei sindaci rapidamente saliti sulle barricate annunciando che mai avrebbero firmato l’ordinanza dimenticando (a facendo finta di non ricorare) che la firma l’aveva messo già due anni fa.

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