GRANA PADANA

Scazzi e magheggi per le regionali, nella Lega scatta la resa dei conti

Sarà una ecatombe di posti nella prossima legislatura in Piemonte: da 23 a 4-5 consiglieri (e un paio nel listino). A Novara lo stato maggiore punta su Marnati ma deve fronteggiare le trame di Perugini che punta a scavalcare Giordano. E su Torino Molinari non stravede per Ricca

Calano in posti, sale la tensione. Neppure l’apparentemente più monolitico dei partiti, l’ultimo a poter ricevere ancora l’attestazione di leninista, si sottrae all’inesorabile legge che produce i suoi effetti quando si avvicinano le elezioni e le poltrone disponibili si profilano, sondaggi e previsioni alla mano, assai ridotti rispetto agli attuali. Dunque, non stupisce più di tanto se anche la tradizionale festa di inizio settembre, a Novara, sia diventata per la Lega teatro non solo dei dibattiti in cartellone, ma di assai più accesi confronti, complice il caldo e qualche gin tonic di troppo per combatterlo, proprio sulle candidature per le prossime regionali. Ne raccontano di uno, piuttosto intenso, tra il ras del Carroccio novarese Massimo Giordano e l’ex consigliere comunale, ma sempre figura di un certo peso, Claudio Strozzi. Non certo l’unico e neppur e neppure l’ultimo da qui a quando si dovrà decidere sui nomi. Ma già basta, ora, a rendere l’idea del clima. 

Lo scenario in cui matura e cresce questa tensione è, ovviamente, quello in cui un partito che stravinse cinque anni fa col 37% oggi deve fare i conti con ben altre percentuali e rispetto agli attuali 22 consiglieri regionali (che erano in origine 23, prima del passaggio a Forza Italia di Mauro Fava), nella migliore previsione realistica al prossimo giro ne incasserà quattro, al massimo cinque. Altro che grana padana, i buchi che si profilano sembrano piuttosto quelli di un emmenthal.

Incominciando da Torino, dove ragionando su due seggi è difficile far tornare i conti rispetto a pretendenti. Lì c’è l’attuale assessore regionale Fabrizio Ricca, non proprio quel che si dice un pupillo del segretario regionale Riccardo Molinari cui toccherà maneggiare la patata bollente delle liste, ma c’è pure l’attuale presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia. Spostandosi di poco verso il Canavese la battaglia s’infiamma con l’attuale consigliere Andrea Cane sostenuto dal parlamentare Alessandro Giglio Vigna (ma non altrettanto dal senatore Cesare Pianasso) sullo stesso territorio di Andrea Cerutti che può contare sull’appoggio del deputato Alessandro Benvenuto.

Nell’Alessandrino, terra di Molinari, si ragiona ormai su un posto in via Alfieri e secondo i rumors interni al partito, il segretario vorrebbe affidarlo all’attuale presidente della Provincia Enrico Bussalino, con qualche mal di pancia di chi resterà per forza fuori e quella provincia oggi esprime ben due assessori regionali della Lega, Marco Protopapa e Vittoria Poggio. Se la certezza di non avere un seggio per Asti, porterà l’attuale vicepresidente della Regione, il blagheur Fabio Carosso, a prenotare uno dei due posti del listino, con l’altro presumibilmente per la collega biellese Chiara Caucino, situazione non tanto più semplice nella Granda. Un possibile ritorno in Regione dell’attuale europarlamentare Gianna Gancia potrebbe complicare non poco la vita politica del suo carissimo amico “Luigino” Genesio Icardi, oggi alla Sanità, domani (nei desiderata) magari all’Agricoltura. Quest’ultimo è certamente dato come il più favorito in fatto di preferenze rispetto a altri aspiranti, tra cui l’uscente Matteo Gagliasso e Paolo Demarchi, ma un ritorno in campo della Gancia potrebbe fare il gioco degli avversari interni. 

Ma è proprio a Novara, laddove a scaldare qualche serata non è stata soltanto la canicola, che la tensione sembra arrivare a livelli non segnalati altrove. La convinzione tra i capataz è che il seggio potrà scattare solo nel caso il magro bottino regionale arrivi in totale a cinque. Detto che i posti blindati nel listino dovrebbero andare ad Asti e a Biella, col Vco “accontentato” da un ruolo di sottosegretario all’attuale capogruppo Alberto Preioni, sotto la cupola di San Gaudenzio il fronte forte e compatto guidato dall’ex sindaco Giordano sta preparando il terreno per Matteo Marnati. Ma a spargere ostacoli lungo la strada dell’attuale assessore all’Ambiente non c’è solo il pasticcio del blocco dei veicoli Euro 5. C’è quella parte della Lega che punta, invece, a riportare a Palazzo Lascaris Federico Perugini, il quale si sta già muovendo e non poco per provare a garantirsi la rielezione. 

C’è addirittura chi spiega come il suo obiettivo sia aggirare Giordano arrivando direttamente a Molinare e ottenere l’agognata candidatura. Il leader regionale, temono alcuni, potrebbe avere un occhio di riguardo ricordando il repentino cambio di cavallo al congresso regionale del 2016, quando pur avendo sottoscritto la candidatura della Gancia alla fine votò (pare con tanto di testimonianza fotografica) per Molinari. Chissà.

Pare che proprio di Perugini e di Marnati si sarebbe discusso animatamente quella sera tra l’ex sindaco, oggi segretario provinciale del partito, e Strozzi. Una diatriba utile anche per qualche covata ripicca, come quella che animerebbe il consigliere regionale Riccardo Lanzo, da tempo ai ferri corti con Giordano, cui si unirebbe il fratello Raffaele, privato dalla delega alla Sicurezza da parte del sindaco Alessandro Canelli. L’uomo dell’Autonomia a Palazzo Lascaris starebbe cercando ancora un appiglio nel sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessandro Morelli, anche se i più attribuiscono poche chance a questa strada. Certamente i posti in lista ci sarebbero per entrambi, riservando il terzo obbligatoriamente a una donna. L’ipotesi più naturale indicherebbe la riproposizione di Letizia Nicotra, anche se pochi si sono accorti in questi anni della sua presenza in via Alfieri. Invece si fa strada l’idea di candidare Michela Leoni, classe 1977, attuale vicepresidente della Provincia oppure Monia Mazza, cinquantenne assessore al commercio di Arona e fedelissima dell’ex sindaco ora parlamentare (e vicesindaco) Alberto Gusmeroli. Come andrà a finire la partita novarese della Lega? Se la festa delle idee si è scaldata sui candidati, non è detto che qualche botto lo si senta ancora, magari scambiandolo per quelli di fine anno. La strada è ancora lunga e, a quanto pare, sempre più in salita.

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