OPERE & OMISSIONI

Fréjus e Monte Bianco, lavori e diplomazia

A due settimane dalla frana nella valle della Maurienne Il traforo stradale riaprirà ai mezzi pesanti tra domani e domenica. Tra pochi giorni gli interventi nel tunnel dell'Alta Savoia. Il ministro Tajani: "Proveremo a convincere i francesi sulla seconda canna"

Il traforo stradale del Fréjus riaprirà ai mezzi pesanti tra domani e domenica, dopo la frana che in Maurienne, il 27 agosto scorso, ha provocato la chiusura dell'autostrada francese A43, congestionando il traffico verso il traforo del Monte Bianco. Ad assicurarlo è il ministro francese ai Trasporti, Clément Beaune, intervistato da France Bleu Pays de Savoie: “Sicuramente riusciremo a riaprire la A43 questo fine settimana, spero domani. Questa mattina farò un’ultima riunione tecnica con i servizi autostradali, il dipartimento, i servizi statali e le autorità locali, affinché l’A43 riapra nel fine settimana, probabilmente da domani”. Per proteggere l’autostrada francese A43 dal rischio frane, sono stati sistemati dei container sulla carreggiata, limitando a due le corsie disponibili per la marcia.

Intanto, ci sono sviluppi anche sull’altro passaggio transfrontaliero. I lavori di manutenzione del traforo del Monte Bianco tra l’Italia e la Francia potranno cominciare “fra qualche giorno”, ha annunciato sempre stamattina il ministro francese Beaune. A due settimane dalla frana nella valle della Maurienne cominceranno fra pochi giorni i lavori previsti con inizio 4 settembre. I lavori, rinviati per evitare intasamenti in questi giorni di chiusura della A43, avranno una “durata senza dubbio abbreviata” rispetto alle previsioni degli interventi straordinari, ha aggiunto Beaune: “Andranno avanti circa per 7 settimane” invece delle 15 preventivate. Quanto alla ripresa del traffico ferroviario dopo la frana, Beaune ha detto che “ci vorrà più tempo”: “Preferisco essere molto chiaro per non creare poi delusioni. Si tratta di almeno due mesi, certamente anche di più, di sospensione del traffico ferroviario. Bisogna prima sgomberare tutto per accedere al tunnel ferroviario e poi andare a verificare i danni e intervenire”.

Il governo italiano “insisterà” con la Francia per raddoppiare il traforo del Monte Bianco. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rai Isoradio, aggiungendo che il 25 settembre sarà a Parigi per incontrare la collega francese Catherine Colonna “perché si possa dar vita a una seconda canna del Monte Bianco” e di aver convocato il Comitato transfrontaliero per il 31 ottobre a Torino. “Vedremo di convincere i francesi che non mi sembrano ancora favorevoli, ma noi lavoriamo nell’interesse dei trasportatori, dei turisti e delle imprese”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. Costo stimato: un miliardo di euro.

“Abbiamo innanzitutto ottenuto un risultato importante e per questo ringrazio il governo per la sensibilità che ha dimostrato. Il governo, nello specifico i ministri Tajani e Salvini, hanno permesso grazie a questo rapporto Francia-Italia, di scongiurare che ci trovassimo Frejus e Monte Bianco chiusi contestualmente”, commenta il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. “Siamo andati a un passo da questo rischio perché' evidentemente la frana al Frejus non era prevedibile e i lavori del Monte Bianco erano già previsti da tempo. Abbiamo ottenuto che questa concomitanza non ci fosse, avrebbe voluto dire chiudere il Piemonte in sé stesso”. “Il Frejus, dalle notizie che abbiamo, dovrebbe riaprire nei prossimi giorni, forse già domani – ha proseguito – ma questo ci ha permesso di ridefinire i rapporti con la Francia nei lavori sul Monte Bianco. Innanzitutto, lavori di sicurezza nella loro componente essenziale per sei settimane, non per quattro mesi. Quindi il Monte Bianco riaprirà in concomitanza con l’inverno, il Natale e la stagione dello sci che per noi è molto importante”. “Dall’altra parte – ha concluso – ci ha permesso, ed è quello che il governo sta facendo, di rilanciare il tema del raddoppio con la seconda canna su cui la Regione è fortemente schierata e per quanto le compete farà la propria parte, perché' per noi i collegamenti transfrontalieri sono vitali”.

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