GIUSTIZIA

Con l'inchiesta di Brandizzo procura di Ivrea al tracollo

Dura denuncia del pg di Torino Saluzzo. Le indagini sulla tragedia con il corollario di di centinaia di denunce rischiano di portare al collasso l'ufficio giudiziario eporediese. I tanti appelli "caduti nel vuoto". Poco personale, si vive di "carità" - DOCUMENTO

«L’ultima gravissima vicenda, quella di Brandizzo, con il suo corollario di centinaia di denunce per inosservanza delle previsioni antinfortunistiche, potrebbe segnare il “tracollo” definitivo della Procura di Ivrea». A lanciare l’allarme è il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo, che attraverso una nota ha denunciato la situazione dell’ufficio eporediese, retto da Gabriella Viglione, impegnato in questi giorni nella complessa indagine sulla morte dei cinque operai travolti da un treno mentre lavoravano alla manutenzione dei binari nella stazione di Brandizzo. «La Procura di Ivrea fu “ingrandita” a dismisura – spiega –, senza la benché minima dotazione di risorse personale amministrativo, magistrati, polizia giudiziaria, proporzionate alle nuove competenze, territorio, popolazione, qualità “criminale” del territorio. E i fatti, presto, dimostrarono la peculiarità di quell’area ed il connesso doveroso intervento della Procura. È accaduto di tutto in quel circondario. Indagini e processi per fatti di grandissimo rilievo nazionale e mediatico, ma, prima ancora di questo, per fatti criminali e di reato di straordinaria gravità e rilevanza. Con indagini, anche tecniche, lunghe e complesse. Anni di disinteresse, da parte di chi avrebbe, e aveva, la competenza e gli strumenti per rimediare, hanno portato quell’ufficio a una vera situazione di collasso».

«Il dato relativo a quell’ufficio – afferma il pg – è così clamoroso che, con riguardo a quella particolare struttura di polizia giudiziaria che è “interna” alla Procura, la sezione di polizia giudiziaria, il numero degli addetti e di molto inferiore a quello che è previsto obbligatoriamente per legge. Il che mi ha portato a dire, nei miei numerosi interventi, nelle mie ripetute richieste e segnalazioni, che, quanto alla polizia giudiziaria, la Procura di Ivrea è in palese situazione di illegalità». Il magistrato ha quindi spiegato che «tutte le nostre richieste, sollecitazioni, segnalazioni sono state voci in un deserto», aggiungendo che «abbiamo “bussato” a tutte le porte delle Istituzioni competenti ad affrontare e porre rimedio al problema. Si sono sempre aperte con cortesia e si sono richiuse lasciando noi postulanti fuori dalla porta a mani vuote». Per Saluzzo «la Procura di Ivrea, non esito a dirlo, vive di “carità”». «Ho scritto queste poche righe – conclude – per far comprendere all’opinione pubblica la situazione vera in cui si versa e, come l’avviso ai naviganti, non avere eccessive aspettative, nonostante l’impegno “massacrante” che quell’ufficio mette in atto tutti i giorni».

Leggi qui la nota integrale

«Nel rivolgere alle vittime e ai loro familiari un pensiero di conforto e di solidarietà, non posso non evidenziare come la “cultura della sicurezza sul lavoro” non sia, purtroppo e ancora, un patrimonio comune, nonostante una quotidiana serie di morti e gravi feriti». Scrive sempre nella nota, il procuratore generale. «Le “scorciatoie” – aggiunge il magistrato – azzerando le doverose cautele, rappresentano, molto spesso, un fattore assolutamente determinante per questi eventi. Proclami e cordoglio non servono a nulla, come in molti altri settori, quando il disprezzo per le norme sfocia in delitti, se non accompagnati da una seria politica “culturale”, di assicurazione di strutture di controllo e di prevenzione adeguate».

print_icon