ECONOMIA DOMESTICA

A un passo dalla recessione

L’economia piemontese continua a rallentare anche se per ora non si può parlare di crisi. Dall'indagine congiunturale dell’Unione Industriali di Torino risulta un calo di produzione, ordini ed export, mentre tengono occupazione e investimenti. Marsiaj prepara l'addio

L’economia piemontese continua a rallentare, anche se non si può parlare di recessione. Peggiora ancora il clima di fiducia e a tutto questo si aggiungono i timori per lo scenario di guerra in Medioriente. Dall’indagine congiunturale dell’Unione Industriali di Torino, realizzata a settembre tra 1.200 imprese, risulta un calo di produzione, ordini ed export, mentre tengono l’occupazione e gli investimenti. Resta su livelli molto contenuti il ricorso alla cassa integrazione. Le imprese della provincia di Torino hanno previsioni decisamente più favorevoli.

“La situazione si è fatta più difficile con l’inflazione che resta elevata, prospettive di mercato più incerte e una politica monetaria ancora restrittiva. Tuttavia, le imprese torinesi registrano una buona capacità di tenuta, con attese superiori alla media regionale. Circa un quarto preannuncia un aumento dei livelli produttivi, una prospettiva migliore rispetto a quella del resto della regione che ne conferma il ruolo trainante per tutto il Piemonte, lasciando ben sperare sull’andamento dei prossimi trimestri. Pur con le preoccupazioni legate a un contesto internazionale che si è ulteriormente aggravato con i drammatici eventi in Israele” afferma il presidente di via Fanti Giorgio Marsiaj. “In un momento di grande incertezza dei mercati europei e non solo, l’83,3% delle imprese piemontesi rilevate con la congiunturale prevede di mantenere o aumentare i propri livelli produttivi. Il 94,3% prevede stabilità o crescita dell’occupazione. Partendo da questi dati non sorprende che l’utilizzo degli impianti resti all’80%. Un quadro congiunturale quindi robusto” osserva Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

Marsiaj si appresta a passare il testimone dopo tre anni la guida degli imprenditori subalpini. “Lascerò l’Unione industriali nelle mani di qualcuno forte con una visione del mondo e del Paese. Dobbiamo guardare avanti e non pensare alle poltrone, individuare processi di crescita del territorio perché questo fa bene al Paese”. L’assemblea che si terrà prima dell’estate nominerà il successore. “Ci sono tanti esponenti che hanno caratteristiche per ricoprire questo ruolo. Sarà come sempre un processo lineare e semplice, non ci saranno problemi”, ha detto Marsiaj. Tra i possibili candidati oltre al favorito Gay, ci sono Stefano Serra, attuale presidente dell’Amma, associazione delle imprese metalmeccaniche, e Marco Boglione, presidente di BasicNet.

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