RIFORME

"Province, è tempo di ripartire", anche Mattarella vuole votare

L'esortazione del presidente della Repubblica arriva da L'Aquila dove si sta svolgendo l'annuale assemblea dell'Upi. La situazione attuale crea "vuoti e incertezze" dice il Capo dello Stato che offre il suo sostegno alla riforma che giace in Senato

Le Province fanno ancora parte della Costituzione e quindi è necessario che abbiano la dignità degli altri livelli istituzionali che formano l’impianto del nostro Stato. È questo in estrema sintesi il succo dell’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a L’Aquila durante l’assemblea delle Province. “Diverse riforme sono intervenute nei decenni. Fino all’ultima, del 2014, che ha ridimensionato ruolo e funzioni delle Province in previsione di un riassetto costituzionale degli Enti locali, che poi non si è compiuto perché non ha ricevuto il necessario consenso degli elettori. Le norme attualmente in vigore, che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate, in definitiva, a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento”. È il quadro tratteggiato dal Capo dello Stato, accolto dal presidente dell'Upi e numero uno del Comune e della Provincia di Ravella Michele De Pascale, sull’assetto istituzionale del Paese dopo la bocciatura del referendum costituzionale voluto dall’allora governo di Matteo Renzi che, tra i vari provvedimenti, prevedeva anche l’eliminazione delle province dalla Carta.

Il monito di Mattarella arriva mentre in Parlamento pare essersi arenata la riforma del ministro Roberto Calderoli sulla reintroduzione delle province come ente di primo livello, con il presidente e i consiglieri eletti direttamente dai cittadini. “Auguro alle Province italiane di servire con onore e successo le loro comunità. È  tempo di ripresa dopo la transizione che le ha riguardate. È tempo di ripartire al più presto”.

“La Costituzione – ha rimarcato Mattarella – richiede di essere applicata. Avete posto al centro di questa vostra assemblea la prospettiva di ‘nuova Provincia’, con identità e competenze più chiare, con un ruolo propulsivo su alcuni temi e, ovviamente, con le risorse conseguenti e con autorevolezza democratica per poterli esercitare al meglio. Ora questa proposta è offerta al confronto avviato in Senato, sulla base di disegni di legge presentati da diversi gruppi e di un testo unificato adesso all’esame della commissione Affari costituzionali”. Calderoli, in cuor suo, continua ad auspicare l’approvazione del dispositivo in tempi brevi così da andare al voto con le Europee, ma negli ultimi mesi la freddezza di Giorgia Meloni e del suo partito hanno imposto un rallentamento all’iter. Il sostegno di Mattarella al testo potrebbe dare nuovo impulso?

“La composizione politica plurale e la responsabilità comune dell’Unione delle Province d’Italia può fornire al Parlamento elementi preziosi di esperienza e di conoscenza. La Provincia, le Province nel loro insieme, possono e devono partecipare a questo essenziale compito di coesione sociale. Sarebbe un grave errore – ha concluso Mattarella – affidarsi soltanto alla forza inerziale della crescita quantitativa delle aree metropolitane e degli insediamenti produttivi, collocati nei nodi delle principali reti logistiche e di comunicazione”.

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