ECONOMIA DOMESTICA

Sblocca crediti fuori legge (regionale).
Le partecipate non possono comprare

Dubbi sulla norma approvata in fretta e furia da Palazzo Lascaris per consentire alle società della Regione di acquistare le agevolazioni fiscali dei privati (in particolare quelli del Superbonus). Finpiemonte è fuori dai giochi e il Governo potrebbe impugnarla

Appena approvata, la legge già necessita di una revisione. Forse addirittura di una cancellazione. La norma è quella passata all’unanimità da Palazzo Lascaris, mercoledì scorso, su proposta del presidente Stefano Allasia, e che permette a una serie di partecipate regionali di acquistare crediti fiscali da soggetti privati. Un modo per dare un po’ di ossigeno alle tante aziende che, con il blocco delle erogazioni legate al Superbonus, sono rimaste con una montagna di crediti e il paradosso di non avere un euro di liquidità per portare avanti le loro attività. In base ai dati Enea, al 31 agosto scorso, i lavori del solo Superbonus ammessi a detrazione in Piemonte ammontavano a 5,2 miliardi. Molti di questi stanno incontrando problemi in fase dì monetizzazione: la stima è che, attualmente, ci siano 23mila cantieri bloccati sul territorio regionale.

Ed è proprio per aiutare queste imprese, che la Regione vuole impegnare la capienza fiscale delle sue società partecipate. Peccato che tutto ciò pare in contrasto con alcune norme nazionali ed europee. Innanzitutto non è chiaro quale potrebbe essere il soggetto che si faccia carico di questo fardello dal momento che all’articolo 2 della legge si parla di “enti pubblici economici regionali” “non inclusi nell’elenco di cui all’articolo 1 comma 2 della legge 196/2009” e sebbene questa descrizione faccia venire in mente solo Finpiemonte, questa fa parte di quell’elenco.  

Le perplessità sono molte e a questo punto il rischio che il Governo la impugni è altissimo. E non sarebbe la prima volta in questa legislatura. La legge, che s’ispira a quelle già approvate in Basilicata e nel Lazio, inoltre rischia di violare la norma europea sugli aiuti di Stato giacché acquistare crediti fiscali può alterare il mercato degli operatori economici specializzati in queste operazioni. Inoltre l’acquisizione di crediti fiscali  sembra difficilmente compatibile con il principio del corretto utilizzo delle risorse pubbliche: in questo caso, infatti, si utilizzerebbe denaro pubblico per favorire i titolari dei crediti e non per l’interesse generale. A ciò si aggiunga che la legge regionale non prevede alcuna valutazione sui rischi e sui benefici dell’operazione: si incrementa lo stock di debito regionale senza alcuna valutazione preliminare sulla effettiva possibilità di recuperare i crediti. Restano dei dubbi anche sulla possibilità di operare compensazioni mediante f24 che sfugge alla competenza legislativa regionale perché la materia fiscale è riservata alla legge dello Stato. Infine le procedure di acquisto dei crediti non prevedono alcuna evidenza pubblica e si prestano quindi a entrare in conflitto con i principi di trasparenza e parità di trattamento, posto che ogni spesa effettuata con risorse pubbliche deve essere preceduta da una valutazione comparativa che dimostri la maggiore convenienza del bene (in questo caso del credito) acquistato rispetto ad altre alternative.

La legge approvata mercoledì scorso è stata dichiarata urgente e dovrà essere attuata in appena quindici giorni. Per questo sarà una delle prime questioni di cui dovrà occuparsi Alberto Cirio, oggi, al suo rientro dalla missione a Bruxelles. 

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