TRAVAGLI DEMOCRATICI

Gribaudo in campo (largo): "Pronta a sfidare Cirio"

L'annuncio in una call allargata dei sostenitori della mozione Schlein in Piemonte. Valle non arretra e conferma la sua candidatura. Il nodo primarie e gli schieramenti in campo. Il 27 ottobre la direzione regionale: due settimane per "trovare una sintesi"

Non c’è più solo una “disponibilità”, Chiara Gribaudo ha rotto ogni indugio e deciso che sarà della partita per le prossime regionali in Piemonte. “Mi candido” sono state le sue parole nella riunione che si è svolta ieri sera, online, con una platea allargata di amministratori e dirigenti che al congresso hanno sostenuto la mozione di Elly Schlein. A questo punto nel Pd si delineano due schieramenti: una parte con il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle, e un’altra a fianco della vicepresidente nazionale del partito. Gribaudo, classe 1981, è cresciuta all’ombra della Quercia e dopo aver militato tra i giovani turchi di Matteo Orfini oggi si colloca sull’ala sinistra del partito, Valle – due anni più giovane – si è fatto le ossa tra i campi scout della parrocchia di Gesù Nazareno di Torino e le manifestazioni studentesche al liceo classico Cavour, la corvée con i cattodem di Davide Gariglio, la presidenza di una circoscrizione di Torino fino al grande salto a Palazzo Lascaris.

Così vicini, così distanti. In comune i due hanno il ruolo di kingmaker del sindaco che oggi amministra la loro città. Valle è stato il coordinatore della campagna elettorale di Stefano Lo Russo a Torino, mentre Gribaudo ha indicato e sostenuto Patrizia Manassero a Cuneo. Ora entrambi vogliono giocare da titolari una partita che, per quanto difficile, assicura una visibilità da premier league. Valle alle primarie ha sostenuto Stefano Bonaccini, Gribaudo si è schierata al fianco di Schlein con cui ha condiviso per qualche tempo l’appartamento a Roma. Dalla parte di Valle c’è anche la maggioranza del gruppo dem di via Alfieri, la deputata cuneese potrebbe mettere insieme un po’ di amministratori locali di quel Piemonte 2 in cui il Pd fa così fatica a penetrare.

Il Nazareno ha lasciato intendere che in questo contesto le primarie, soprattutto se tra due esponenti del Pd, non sono auspicabili, anzi le considera delle “conte interne” che non servono ad allargare il perimetro della coalizione. Meglio una scelta politica che consenta al partito di compattarsi su un nome anziché “dilaniarsi in una sfida fratricida”. Ma come? Ieri Valle ha lanciato una controffensiva attraverso il capogruppo in Regione Raffaele Gallo (“Non è Appendino che sceglie il nostro candidato” ha detto allo Spiffero riferendosi alla maggior sintonia del M5s con Gribaudo) e il segretario del partito torinese Marcello Mazzù: “Il rischio di fughe in avanti lo vedo solo da parte di chi pensa di poter decidere sulla testa della nostra comunità”. Insomma, Valle non semba intenzionato a fare un passo indietro e a sua garanzia ci sono le parole del numero uno piemontese del Pd Mimmo Rossi, secondo cui “O c’è condivisione su un nome oppure si fanno le primarie: ad oggi non ci sono le condizioni per evitarle, vedremo nelle prossime settimane”. Si vedrà, appunto, se succederà anche in Piemonte quel che è capitato in Lombardia con Pierfrancesco Majorino incoronato senza passare per i gazebo.

La prossima direzione regionale è fissata il 27 ottobre: per quella data potrebbero essersi sciolti alcuni nodi anche fuori dal Piemonte. A partire dalla Sardegna, dove Pd e M5s potrebbero andare a braccetto guidati dalla pentastellata Alessandra Todde. A quel punto potrebbe arrivare il via libera di Giuseppe Conte e Chiara Appendino su un dem in Piemonte. Non resta che decidere quale dei due.

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