VERSO IL 2024

Pd-M5s, lo scoglio è Lo Russo

Appendino non esclude il fronte comune alle regionali in Piemonte, però ammonisce: "A Torino il sindaco dem fa il promoter di Cirio e porta avanti politiche in continuità con il centrodestra". Battibecco con Gribaudo. Ma lei si è dimenticata il Chiappendino?

Un’alleanza col Pd? Forse, si vedrà. Chiara Appendino, finalmente a un dibattito del centrosinistra dopo il forfait alla festa dell’Unità di Torino, si muove coi piedi di piombo nel confronto con la democratica Chiara Gribaudo e il padrone di casa, il deputato Marco Grimaldi, che si è guadagnato la scena politica portando l’ex sindaca a Proxima, la festa della “sua” Sinistra ecologista. Loro la blandiscono, (Gribaudo arriva a sostenere la necessità di “rivedere il Titolo V” dopo che Appendino lancia la provocazione di togliere la Sanità dalle competenze della Regione) ma non basta per strapparle nulla più di un vi faremo sapere.

L’attesa è per quel che dirà, non sul salario minimo – che trova d’accordo i tre – ma sulle prossime regionali e sull’ipotesi di un’alleanza con il Pd. Ma Appendino resta sulle sue, e chi si aspettava un endorsement per Gribaudo, cosa che avrebbe chiuso il sipario sulla candidatura di Daniele Valle, è rimasto deluso. Non solo Appendino si tiene ben distante dalle diatribe di casa dem, ma anzi si toglie la soddisfazione di sparare contro il suo successore, Stefano Lo Russo, davanti a una platea che in gran parte l’ha votato. Rispedendo da dove erano arrivate quelle parole di apertura che l'inquilino di Palazzo Civico aveva rivolto ai pentastellati, che dal suo osservatorio vedeva “cambiati”, addirittura “maturati”. 

“Il cartello elettorale o l’alleanza a tavolino non mi appassionano, e non mi appassiona il toto-nomi: le alleanze le costruisci sui temi e sui programmi, e non solo fra i partiti ma coinvolgendo il mondo fuori”. Dunque il M5s è “disponibile” a sedersi a un tavolo con i dem, ma solo dopo che “avremo concluso il nostro percorso con i gruppi territoriali e messo giù i punti del programma”. E i contenuti, ça va sans dire, sono i pilastri su cui si costruisce l’alleanza. “La questione – concede pure Grimaldi a fine dibattito – non sono i nomi”.

E se c’è un nome che oggi rappresenta forse il primo ostacolo (o alibi) per i Cinquestelle è proprio quello di Lo Russo: “Noi qui abbiamo un sindaco che è il primo promoter dell’attuale presidente di Regione, io su alcune politiche non vedo differenza. Dobbiamo essere schietti, sennò perdiamo credibilità”. L'ex sindaca tira fuori il Salone del Libro e il caso Lagioia-Roccella: “È inaccettabile che su quel tema la posizione del sindaco fosse quella di Cirio”. In platea la capogruppo dem in Sala Rossa Nadia Conticelli ha un sussulto: “Non è vero, tutto il Consiglio comunale ha espresso solidarietà al direttore”. Gribaudo tiene il punto: “Mi risulta che in Consiglio comunale (le forze del centrosinistra, ndr) abbiano fatto una mozione”, e poi torna a richiamare l’unità “contro la peggiore destra”. Cita Maurizio Marrone, un nemico comune che forse può accorciare le distanze. Infine l’appello della deputata dem ad Appendino: “Proviamo a superare quel passato” quasi a evocare un problema personale tra la sindaca di ieri e quello di oggi. La grillina s’indispettisce, chiede il microfono e precisa: “Il problema non è il passato, il problema è il presente e il tema è politico” ribatte piccata, “il punto sono le scelte politiche che l’attuale primo cittadino sta facendo col governatore di centrodestra”. 

Un momento di tensione che squarcia il velo di convenevoli tra futuri alleati sul quale Grimaldi ha impostato la serata. Superato a sinistra da Appendino il padrone di casa ha provato a recuperare intimando un cambio di atteggiamento nei confronti di Cirio alla giunta di Torino (di cui il suo partito fa parte), “altrimenti ne trarremo le conseguenze”. E chissà se a qualcuno, in platea, non sia tornato alla mente il Chiappendino, il famigerato ircocervo nato dall’unione (d’intenti) tra il governatore piddino Sergio Chiamparino e l’allora sindaca grillina Appendino, appunto. Allora a rosicare era proprio Lo Russo. Mutatis mutandis

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