OLTRE CONFINE

Cirio punta la prua verso Genova: Piemonte nell'Autorità Portuale

Ritorno in Slala e Zona logistica semplificata, segnali dell'attenzione piemontese al ruolo di retroporto. Nei piani del governatore un posto nel comitato di gestione dell'ente lasciato da Signorini per Iren. Bisogna attendere la riforma. Salvini: "Si farà entro il 2024"

Gli tocca restare in rada ancora un po’, ma Alberto Cirio guardando seppur ancora da lontano il porto i Genova non abbandona affatto l’idea di entrarci. Sessant’anni dopo la rivoluzionaria idea dell’imprenditore genovese Giacomino Costa di vedere il Sud del Piemonte come la banchina asciutta dello scalo ligure creando a Rivalta Scrivia la Città delle Merci, al di qua dell’Appennino di strada, legando sempre di più il porto al Piemonte, se ne fatta molta. Quelli che un tempo si chiamavano traffici, adesso sono la logistica, assset sviluppato in maniera decisa e importante in una regione che, oggi più di allora, può ben definirsi il retroporto di cui gli scali liguri, Genova ma anche Savona-Vado, sempre più in necessità di spazi non possono rinunciarvi.

Rapporti decenni addietro un po’ segnati da diffidenza reciproca e non molta fiducia in un’integrazione che si sarebbe, invece, poi rivelata tanto ineludibile quanto propizia per le econmie delle due regioni. Le stesse relazioni ai vertici politico-amministrativi hanno portato a una decisa accentuazione della collaborazione. Tanto da portare Cirio a vedere come ulteriore passo in avanti, senza pestare i piedi a nessuno, proprio l’ingresso del Piemonte nell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Un’idea, quella di una presenza piemontese a Palazzo San Giorgio, quasi buttata lì con una certa nonchalance durante l’estate dal governatore, come a voler sondare possibili reazioni contrarie o, comunque, fredde dalla Liguria. Che, invece, non ci sono state. Lo stesso clima di lieve sospetto che si sarebbe registrato al vertice della Regione Liguria, sarebbero state rapidamente fugate da alcuni ragionamenti fatti con l’omologo Giovanni Toti, complice anche la comune appartenenza al centrodestra e una consolidata amicizia. 

“La nostra Regione – il ragionamento del governatore piemontese – sta dismettendo quote da molti enti nei quali una nostra partecipazione non ha più molto senso, mentre logistica e porti sono ambiti in cui una partecipazione regionale a mio giudizio è importante. Si tratta di assetti strategici cui credo sia giusto guardare e investire”. A supporto di questa tesi, Cirio rimarca la decisione della Regione di rientrare nella Fondazione Slala, l’ente partecipato istituzioni liguri e piemontesi che si occupa di strategia nel campo della logistica, segnando una svolta rispetto alla precedente giunta regionale. È poi in fase avanzata il dossier sulla zona logistica semplificata cui sta lavorando l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi e che vede 14 comuni candidati per aree logistiche a supporto del porto ligure, con regimi autorizzativi burocratici facilitati possibili agevolazioni fiscali per le aree che abbiano un nesso funzionale con lo scalo marittimo.

“Nessuno spirito di conquista, tantomeno l’intenzione di occupare spazi altrui”, premette il presidente della Regione attento a sottolineare come l’eventuale e auspicato ingresso piemontese nell’Authority sarebbe in punta di piedi e con pieno intento di collaborazione. Cirio non è sceso nei dettagli, ma appare evidente come la possibile presenza del Piemonte sarebbe possibile con un posto nel Comitato di Gestione, l’organo che attualmente vede rappresentata la Regione Liguria con Andrea La Mattina, Il Comune e la Città Metropolitana di Genova con Giorgio Carozzi, il Comune di Savona con Cristoforo Canavese e l’Autorità Marittima con Piero Pellizzari. Un board entrato in carica nel 2021, ma la cui scadenza fissata al 2025 potrebbe essere abbreviata essendo legata al mandato dell’attuale commissario Paolo Piacenza, già segretario generale dell’Authority, nominato all’inizio di settembre dopo le dimissioni del presidente Paolo Emilio Signorini, diventato amministratore delegato di Iren. Il mandato di Piacenza non ha un termine prefissato e nelle intenzioni del Governo, specificatamente nel viceministro delle Infrastruttura il leghista genovese Edoardo Rixi, ci sarebbe l’attesa riforma delle Autorità Portuali, attesa entro il 2024. 

Appena di ieri l’altro l’intervento Matteo Salvini all’assemblea di Confitarma in cui il ministro ha ribadito come “per la riforma della governance dei porti ci siamo dati come obiettivo che diventi norma il 2024. Questo prevederà un accompagnamento con un commissariamento delle autorità portuali perché io sono un assoluto sostenitore dell'autonomia, però all'interno di una cornice unica e sono ancora troppe le risorse che non riusciamo a spendere per gli intoppi della burocrazia”. E se per quella di Genova non si pone il tema del commissariamento già attuato in seguito alle dimissioni di Signorini, è proprio con le nuove regole che saranno introdotte dalla riforma che Cirio, nella prossima legislatura, probabilmente potrà salpare l’ancora e puntare la prua verso il porto.

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