CINQUE CERCHI

Questione olimpica di Stato. Tajani promuove Cesana (e boccia Malagò)

Il ministro degli Esteri fa un sopralluogo con il collega Zangrillo e il governatore Cirio: "Andare all'estero sarebbe una resa nazionale". D'accordo anche il titolare dello Sport Abodi. Isolato il capo del Coni. Il dossier: 50 milioni in meno rispetto a Cortina

Una sciocchezza, anzi una “resa nazionale”. La sede delle gare olimpiche di bob, skeleton e slittino sta diventando una questione di Stato e, visto il coinvolgimento del ministro degli Esteri, quasi un affare internazionale. Nel sopralluogo odierno a Cesana Antonio Tajani, nella sua duplice veste di esponente di governo e capo politico di Forza Italia, ha voluto dare man forte al piano del governatore Alberto Cirio di far rientrare il Piemonte nei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. “Credo che sarebbe una sciocchezza colossale, avendo le Olimpiadi in Italia, far svolgere le gare di bob all’estero – ha detto l’inquilino della Farnesina –. Siccome c'è disponibilità da parte della Regione Piemonte a finanziare la manutenzione della pista di bob, credo sia giusto fare ogni tentativo. Poi naturalmente sarà il Cio a decidere, però ritengo da ministro degli Esteri che se ci sono delle Olimpiadi in Italia, tutte le gare si debbano fare in Italia. Altrimenti sarebbe un nonsenso farle al di là dei confini nazionali”. E per essere ancora più chiaro il successore di Berlusconi alla guida del partito azzurro ha aggiunto: “Portare il bob all’estero sarebbe una resa nazionale. Lo dico da italiano e da ministro. Prima di rinunciare, bisogna fare tutto il possibile”.

Tajani, accompagnato nella visita dal ministro della Pubblica amministrazione e coordinatore piemontese di FI Paolo Zangrillo, prima di recarsi al Museo del Risorgimento per la riunione del Comitato di Cooperazione tra Italia e Francia ha insistito: “Con tutto il rispetto per la Svizzera, non capisco perché si debba andare là (a Saint Moritz, ndr). Prima di andare all’estero – ha ribadito Tajani – facciamo il possibile per tenere tutte le discipline in Italia. È una questione di interesse nazionale”. A fianco di Cirio e dell’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca, entrambi visibilmente soddisfatti, Tajani ha promosso il sito piemontese: “Sono venutio a vedere lo stato dell’arte e posso dire che lo stato dell’arte può diventare stato olimpico”.

Uno schiaffo innanzitutto a Giovanni Malagò, il quale per primo aveva indicato la strada verso l'estero dopo che il governo aveva giudicato impercorribile quella che portava a Cortina. E non è un caso che la fronda al presidente del Coni sia nata proproi in seno a Forza Italia, il partito di Cirio, certamente, ma anche di un altro caporione dello sport italiano, Paolo Barelli, numero uno della Federnuoto  e capogruppo azzurro a Montecitorio, ma soprattutto antagonista storico di Malagò al Palazzo H.

In mattinata anche il ministro per lo Sport Antonio Abodi ha auspicato una soluzione italiana dopo la cancellazione di Cortina. “Noi come priorità abbiamo quella di mantenere la pista da bob in Italia e ci sforzeremo affinché questo possa succedere, dopodiché c’è una certezza le competizioni di bob, skeleton e slittino ci saranno. Certamente non saranno cancellate. Mi auguro restino Olimpiadi italiane”. Il tempo però stringe. “Vediamo la valutazione tecnica, questa prima fase si chiuderà nell'arco di una settimana – ha aggiunto –. E il progetto che ci è stato presentato deve avere una sua sostenibilità di carattere infrastrutturale, temporale e anche dal punto di vista finanziario”. Infine, sul tema dei costi di rigenerazione della pista di Cesana ha concluso: “Non è collegabile solo al costo della realizzazione ma anche alla capacità di rimanere in vita nel tempo e quindi alla sostenibilità gestionale. Quello che è stato chiesto al Piemonte e alla Città metropolitana di Torino è proprio questa combinazione di investimento e mantenimento nel tempo. Dagli errori bisogna imparare e credo siano stati analizzati i fattori di debolezza gestionale del passato. Anche in tema dell’energia sono state proposte soluzioni che consentendo di minimizzare l’impatto del costo energetico”.

Secondo il dossier redatto da Regione Piemonte e Città metropolitana con la consulenza del Politecnico di Torino, inviato la scorsa settimana ai ministeri di Sport e Infrastrutture e al Coni, i costi di ammodernamento della pista della località piemontese, costruita per i Giochi del 2006, sono stimati in 28,5 milioni di lavori sull’impianto, cifra che arriva a 33,8 milioni se si aggiungono le spese tecniche contro gli 81 milioni previsti dal progetto per Cortina, con un risparmio pari a circa il 60%. Inoltre, secondo lo studio serviranno 90 giorni per la progettazione e 365 giorni per i lavori. Se la pista di Cesana verrà scelta per le Olimpiadi, poi, il Piemonte è pronto a candidarla ad ospitare i Mondiali del 2028 di bob, skeleton e slittino con l’obiettivo di trasformare l’Italia nel primo centro federale in Europa per sliding sport.

“Stiamo in modo concreto cercando di rimediare agli errori del passato che questo territorio ha fatto che è stato di rinunciare alle Olimpiadi - ha sottolineato Cirio presentando il dossier – dal giorno del mio insediamento abbiamo lavorato per rimetterci in corsa, oggi il governo italiano ci ha dato la possibilità di riaprire all’utilizzo dell’impianto da bob di Cesana che potrebbe ospitare le gare olimpiche del 2026 e ci sono state chieste tempistiche e risorse necessarie e in maniera corale abbiamo lavorato con la Fondazione XX Marzo, che è la concessionaria dell’impianto, a uno studio che dimostra tecnicamente come il riutilizzo dell’impianto sia possibile risparmiando risorse, restando nei tempi ed evitando di cementificare altre vallate”. “Il dossier è una proposta seria del territorio al governo perché sarebbe un peccato che i soldi dei contribuenti italiani venissero utilizzati per finanziare opere all’estero in occasione dell’evento olimpico del 2026 – ha detto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – abbiamo lavorato tutti insieme per fare in modo che Torino rientri nella partita a un dossier molto serio che dimostra che ce la si può fare e siamo convinti che la forza di questo dossier possa convincere il governo a scommettere su questa ipotesi dando le risorse necessarie per fare in modo che Cesana possa davvero ripartire”.

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