Bilanci Asl, rosso ridotto del 20%.
Ora l'esame della Corte dei Conti
Stefano Rizzi 07:00 Mercoledì 08 Novembre 2023
Gli effetti della "terapia Sottile" sui preventivi delle aziende sanitarie del Piemonte per l'anno in corso. Permane un deficit importante su cui pesa il mancato pagamento dei rimborsi Covid. Impercettibile l'aumento del riparto rispetto al 2022
La terapia d’urto sui bilanci preventivi delle Asl ha prodotto i suoi effetti, anche se la prognosi per i conti della sanità piemontese resta ancora riservata e difficilmente si potrà incominciare il 2024 avendo fugato lo spettro del piano di rientro. Pur senza poter vedere le cifre esatte per ciascuna azienda sanitaria e quindi il totale del rosso che ancora permane sulle previsioni di spesa per l’anno che sta per terminare, al 24° piano del grattacielo non si nega che il lungo lavoro di revisione imposto ai direttori generali ha prodotto una riduzione del deficit non inferiore al 20% rispetto ai numeri inizialmente prospettati dai vertici aziendali alla Regione.
All’epoca, la scorsa primavera, senza dover vestire i panni del Mago Otelma, l’assessore alla sanità Luigi Icardi, parlando dei preventivi attesi dai manager a capo delle azienda sanitarie aveva annunciato: “Mi preparo a rispedirne indietro più di uno”. Gli sarebbe toccato farlo quasi con tutti. Per mesi i direttori generali hanno continuato a fare la spola, prima con corso Regina, poi alla torre del Lingotto dove nel frattempo alla direzione regionale della Sanità si era insediato Antonino Sottile, di nome e pure di fatto nel passare al vaglio a trama fine tutte le spese previste per ciascuna Asl.
Viaggio dopo viaggio, revisione dopo revisione, i numeri in rosso sono calati fino ad arrivare a quella percentuale che certamente è ancora lontana dal pareggio di bilancio, ma meno allarmante rispetto alla prima versione. Lì, il rosso superava abbondantemente i 450 milioni, soglia critica che se confermata nei consuntivi farebbe scattare inesorabile il piano di rientro, riportando la sanità piemontese ad essere commissariata dal Governo, più esattamente dal Mef, come già accaduto per oltre sei anni a partire dal 2010 con tutto ciò di negativo che ne è conseguito e di cui si conservano ancora strascichi.
Una prospettiva, quella del piano di rientro, che ad oggi nessuno può escludere con certezza, anche perché dalle già esigue disponibilità delle casse della sanità piemontese continua a mancare qualcosa come oltre 300 milioni di parziale rimborso delle spese sostenute durante l’emergenza Covid, più volte promessi a incominciare dall’allora ministro Roberto Speranza, ma mai arrivati. Lo stesso riparto del fondo sanitario nazionale, approvato dalle Regioni lo scorso agosto e che sarà vidimato definitamente giovedì prossimo in Conferenza Stato-Regioni, su un complessivo di 28 miliardi al Piemonte ne sono stati assegnati 8.849.572.156, cui vanno aggiunti 16.973.039 di quota premiale e 112.524.920 di quota energia. Un incremento quasi impercettibile rispetto al 2022 quando al sistema sanitario piemontese erano stati assegnati 8,648 miliardi, ma con in più una quota maggiore di 4 milioni per i rincari energetici.
“Non basteranno di certo”, dice senza giri di parole Icardi preparandosi a dover raschiare altri barili per far quadrare i conti che, come quelli di pressoché tutte le altre regioni, sono in forte sofferenza per quanto riguarda la sanità e, in non pochi casi, quello del commissariamento è un timore per nulla infondato. Tanto da indurre più di un governatore a sollecitare ulteriori interventi del Governo. Una situazione, dunque, in cui una drastica cura dimagrante rispetto alle previsioni di spesa da parte delle Asl è assolutamente indispensabile, anche se non risolutiva. Basterà quel 20%? Oltre che dalle valutazioni che ancora sono in corso negli uffici dell’assessorato e della direzione regionale, un’ulteriore risposta potrebbe arrivare anche dalla Corte di Conti. Il prossimo 20 novembre è fissata un’udienza in cui la magistratura contabile proseguirà l’esame dei bilanci delle aziende sanitarie degli scorsi anni, ma non è affatto improbabile che in quella stessa sede vengano chieste informazioni anche sui preventivi di spesa.