INFRASTRUTTURE

Torino nel quadrilatero dei trasporti

Capoluogo piemontese tra le quattro città meglio collegate d'Italia. Aeroporto, alta velocità ferroviaria e rete autostradale sono le virtù di una città che con la Tav diventerà porta verso Francia e penisola iberica. Con lei anche Milano, Bologna e Venezia

Le aree italiane meglio collegate con le stazioni ferroviarie sono i territori compresi fra le città di Torino, Milano, Bologna e Venezia. Anche nel Centro e nel Mezzogiorno ci sono contesti territoriali caratterizzati da un’accessibilità molto alta, ma, a differenza di quelli del Nord, hanno una minore continuità territoriale, che non consente di creare cluster di collegamenti di alta accessibilità inter-regionali. È quanto rileva l’Istat attraverso l’indice di accessibilità alle infrastrutture di trasporto. Un terzo della popolazione italiana (quasi 20 milioni di abitanti) risiede in Comuni che hanno un’accessibilità molto alta alla rete autostradale, poco meno di sei milioni di italiani (il 10% della popolazione) vivono in Comuni con un’accessibilità alle infrastrutture autostradali molto bassa e un ulteriore 11,4% di popolazione vive in Comuni con un’accessibilità medio-bassa. Come per le stazioni ferroviarie, anche nell’accessibilità agli aeroporti i territori meglio collegati sono quelli della zona Torino-Milano-Bologna-Venezia. Un’area ad alta accessibilità che si estende fino a Pisa e Firenze. Questa continuità territoriale positiva non si riscontrata in altre zone: nel Centro e nel Sud emergono contesti favorevoli di alta accessibilità agli aeroporti esclusivamente nell’intorno dei principali aeroporti (ad esempio attorno a Fiumicino).

In Campania, Liguria, Sicilia, Sardegna, Puglia e Toscana oltre la metà della popolazione risiede in Comuni con un’accessibilità molto alta ai porti con servizio passeggeri. La numerosità e capillarità dell’infrastruttura ferroviaria fa sì che per buona parte del territorio nazionale sia possibile raggiungere una stazione ferroviaria entro tempi di percorrenza non troppo elevati. Circa il 15% dei Comuni dista al più 15 minuti dalla stazione più vicina; il 53,4% entro 30 minuti, con punte di oltre l'85% in Umbria, 75,6% in Liguria, 71,6% in Friuli-Venezia Giulia e superiori al 60% in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria e Sardegna. Per contro, solo un quinto dei Comuni della Valle d’Aosta (regione che sconta anche l’assenza di una rete elettrificata) si trovano a meno di 60 minuti dalla stazione ferroviaria più vicina (solo l’1,4% fra 30 e 45 minuti). Tempi di percorrenza più elevati e superiori ai 60 minuti accomunano anche il 30,8% dei Comuni della Sicilia e il 26,9% di quelli abruzzesi. La generale situazione favorevole di prossimità è ben visibile anche guardando alle quote di popolazione servita : poco meno del 40% della popolazione risiede in Comuni distanti al più quindici minuti dalla stazione ferroviaria più vicina (75% entro 30 minuti). Restano le maggiori distanze, già rilevate in termini di comuni, per la Valle d’Aosta, la Sicilia e l’Abruzzo.

Per quanto riguarda gli accessi alla rete autostradale, anche in questo caso, come già rilevato per le stazioni ferroviarie, la diffusione dell’infrastruttura sul territorio favorisce la raggiungibilità partendo dai Comuni in tempi relativamente contenuti. Il 38,9% dei Comuni italiani raggiunge un accesso alla rete autostradale nel raggio di 15 minuti (per la Sardegna sono prese in considerazione strade ad alto scorrimento comparabili alle autostrade). Estendendo il tempo di viaggio fino a 30 minuti, la quota dei Comuni serviti da almeno un accesso sale a circa il 70%. Solo il 6,6% dei comuni dista oltre un’ora dall’autostrada più prossima. Sebbene il fenomeno sia generalizzabile, non mancano alcune eccezioni a livello regionale: in Puglia, ad esempio, ben il 41,6% dei comuni dista più di un’ora dall’autostrada, e sono prevalentemente nella zona più estrema del Salento. Tempi di percorrenza superiori alla soglia dei 60 minuti caratterizzano anche il 14,1% dei comuni dell'Umbria, il 13,9% di quelli della Calabria, il 12,2% dei comuni della Basilicata e l'11% di quelli toscani. Distanze superiori ai 45 minuti, ma inferiori ai 60, sono necessarie per raggiungere un accesso autostradale per il 46,3% dei Comuni del Molise, il 31,3% di quelli della Basilicata e il 27,2% di quelli umbri.

Quanto osservato in termini di Comuni si riflette sulle quote di popolazione servita da tale tipologia di infrastruttura: circa il 60% dei residenti può raggiungere un accesso autostradale nel raggio di 15 minuti, quota che sale all'85% circa con un tempo di percorrenza che arriva a 30 minuti. Oltre l’80% della popolazione di Valle d’Aosta, Friuli e Abruzzo dista al più 15 minuti da un accesso, quota che arriva al 93% in Liguria. Meno favorite regioni come Umbria e Basilicata i cui territori, prevalentemente collinari e/o montuosi, impongono distanze più elevate per quote significative di popolazione. Sono 134 i Comuni a partire dai quali si raggiunge almeno un aeroporto in un tempo pari o inferiore ai 15 minuti (1,7% del totale nazionale, in cui risiede il 5,5% della popolazione). Il 12,2% dista fra i 15 e i 30 minuti dall'aeroporto più vicino, il 22,1% dai 30 ai 45 minuti, il 24,3% dai 45 ai 60 minuti, mentre circa il 40% dei Comuni dista più di un'ora dall'infrastruttura aeroportuale più vicina. La propagazione di tali tempi di percorrenza sul territorio segue traiettorie differenti in base alle caratteristiche della rete viaria e alle differenti peculiarità geomorfologiche. A livello regionale, il Friuli ha la maggior quota di comuni dai quali è possibile raggiungere un aeroporto nel raggio di 15 minuti (7%); a seguire Umbria (4,3%) e Marche (3,1%). Quote superiori al 2% si rilevano anche in Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.

I comuni di Molise e Basilicata sono invece più penalizzati e scontano una maggiore distanza dagli aeroporti, con tempi di percorrenza minimi superiori ai 45 minuti. Anche in Valle d’Aosta e nelle province di Bolzano e Trento gli aeroporti più vicini distano almeno mezz’ora dai centri comunali. Circa l’80% dei comuni di Veneto ed Emilia hanno tempi di percorrenza che non superano i 60 minuti, così come oltre il 70% dei Comuni di Friuli, Lombardia, Piemonte, Marche e Umbria. Per contro, in Sicilia il 57,7% dei comuni dista, invece, più di un’ora da un aeroporto, così come il 43,8% della Sardegna e il 66,1% dei comuni del Lazio. In termini di popolazione, in un raggio di mezz’ora è servito circa il 36% dei residenti; per arrivare al 50% è necessario considerare un tempo di spostamento oltre i 30 minuti (ma entro i 45). Al netto delle regioni sfornite di aeroporti tra quelle selezionate (dove almeno i tre quarti della popolazione impiega più di un’ora per raggiungerle), nelle altre regioni in media oltre l’80% della popolazione raggiunge il servizio nel raggio di un’ora.

Le distanze sono più contenute (al massimo 15 minuti di percorrenza) in Sardegna (il 17,3% dei residenti), Abruzzo (14,6%), Sicilia e Calabria (10,4 e 10,2% rispettivamente), Regioni dove peraltro è anche elevata la quota di popolazione residente in Comuni che più distano da un aeroporto (dal 20,1 al 30,4%), probabilmente perché localizzati in entroterra meno accessibili e/o per l’esistenza di un sistema stradale meno efficiente. La localizzazione dei porti con servizio passeggeri è naturalmente collegata all’esposizione del territorio sul mare (come le Isole) che rende alcune regioni relativamente più presidiate da tale infrastruttura. Sono 85 i Comuni (9,4% della popolazione) che raggiungono un porto passeggeri in 15 minuti (l’1,1% del totale), ubicati in gran parte in Sardegna, Sicilia e Campania (rispettivamente 4%, 4,9% e 3,5%). Estendendo il tempo di percorrenza da 15 a 30 minuti, la quota di comuni servita da una infrastruttura portuale aumenta di 4 punti, di 8,7 punti per una distanza che varia fra i 30 e i 45 minuti, di 12,8 da 45 a 60 minuti. Quasi i tre quarti dei comuni italiani (73,4%) distano più di un'ora dal porto passeggeri più vicino.

La quota di comuni che più distano da un porto passeggeri è molto più contenuta nelle due isole maggiori (Sicilia 24,6% e Sardegna 36,1%), in Puglia (30,4%) e in Liguria (32,1%), seguite dalla Campania (45,1%), mentre raggiunge o è prossima al 100% nelle Regioni che, per naturale collocazione, non hanno alcuna infrastruttura portuale, in particolare Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Province autonome di Bolzano e Trento, Umbria e Basilicata. Complessivamente, il 44,3% della popolazione, circa 26 milioni di persone, risiede in Comuni che distano al più 60 minuti dall'infrastruttura portuale più vicina, mentre il 55,2% impiega oltre un'ora per raggiungerne una. Non mancano le eccezioni regionali. Può raggiungere un porto percorrendo una distanza pari o inferiore ai 15 minuti circa la metà della popolazione ligure (48,2%), grazie anche alla conformazione della superficie regionale, stretta e a ridosso della costa; il 31,7% degli abitanti della Sicilia, il 21,9% dei campani e il 18,9% dei residenti in Sardegna. In queste quattro regioni la percentuale di popolazione che vive distante oltre un’ora da un porto varia dall’8,9% della Sicilia al 17% della Sardegna (che è caratterizzata da una rete stradale a velocità più contenuta di altre). A questo gruppo di regioni si aggiunge la Puglia in cui solo il 13,7% della popolazione risiede in Comuni distanti oltre 60 minuti da un porto passeggeri.

print_icon