Barry Callebaut, azienda parla di difficoltà di allargamento

La fabbrica si trova in un "contesto urbano molto fitto, che non consente l'allargamento del perimetro" dello stabilimento: è questa la motivazione che i rappresentanti di Barry Callebaut, secondo quanto riportato dai partecipanti al tavolo di crisi in prefettura, hanno espresso questa mattina nella riunione convocata per affrontare la decisione della multinazionale di chiudere la sede produttiva di Intra. "Siamo ancora in tempo per affrontare un problema di questo tipo, anche se andava posto prima di arrivare alla decisione di chiudere" dice Albertella. "Ho dato la totale disponibilità a un incontro con i nostri uffici che si occupano di urbanistica, lavori pubblici e viabilità e con i loro consulenti, affinché ci illustrino le problematiche per quella che hanno definito la crescita del processo produttivo. Guardiamo le carte e vediamo cosa possiamo fare per migliorare l'unità produttiva in termini di spazi. Aspetto che l'azienda ci dica quando sono disponibili". "Lo scenario è diventato complicato perché l'azienda ha voluto farlo diventare complicato - commenta Emilio Capacchione, segretario regione Fai Cisl -. Se ci fosse stato un problema di questo tipo bisognava affrontarlo prima, in modo da trovare le soluzioni del caso". Attilio Fasulo, segretario generale della Cgil Novara Vco (che non ha iscritti tra i lavoratori dello stabilimento, ma che prende parte al tavolo di crisi), invita a togliere la "pistola alla tempia" rappresentata dalla data indicata per la chiusura, il primo trimestre del 2025: "Se il problema è un contesto produttivo che sia più confacente alle prospettive future, si ragioni di una possibile locazione differente".

 

print_icon