POLITICA & GIUSTIZIA

Verdini jr "ragazzo in gambissima", a suo agio tra nomine e appalti

Salvini difende il "cognato", agli arresti domiciliari per una presunta corruzione in commesse Anas. Sarà la giustizia ad accertare eventuali responsabilità, ma dalle carte emerge una rete di relazioni molto fitta. I rapporti con Gallina (Sitaf) e il gruppo Toto

Tommaso Verdini ai domiciliari per il caso commesse Anas? “Non mi piace quando attaccano figli e mogli per motivi politici. Io non ho mai fatto mezzo favore a nessuno, gli appalti vanno ai più bravi, non sono mai stato sfiorato da nessuna indagine. Finire sui giornali per dichiarazioni di altri che millantano mi ha dato fastidio, non tanto per me. Conosco il fratello di Francesca ed è un ragazzo in gambissima, non ho nessun dubbio. Ho avuto amici carissimi sputtanati sui giornali per settimane, Morisi, Savoini, poi è finito in niente, archiviato”. Così il ministro e vicepremier Matteo Salvini, interpellato da Rtl 102,5 su una vicenda che da settimane sta scuotendo la politica italiana.

Come noto, Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis Verdini, è agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma su appalti e lavori Anas. La stessa misura cautelare è stata disposta dal gip nei confronti di altre quattro persone mentre per altre due è scattata la misura interdittiva della sospensione per un anno dal servizio. Corruzione e turbativa d’asta in concorso sono le accuse contestate. Denis Verdini risulta indagato. Per altri due indagati è stata disposta una misura interdittiva di un anno.

Nel luglio dello scorso anno Tommaso Verdini era già stato indagato dai pm capitolini che avevano disposto perquisizioni in varie parti di Italia per ricostruire il sistema di consulenze e appalti pubblici banditi dalla società di Stato che gestisce le arterie stradali del Paese e i cui vertici sono del tutto estranei alle indagini. Commissioni di gara per l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro. È questo l’appalto finito sotto la lente degli inquirenti.

In una nota la Procura di piazzale Clodio spiega che “è stata data esecuzione a un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma, applicativa degli arresti domiciliari nei confronti di 3 imprenditori e 2 responsabili di una società di consulenza per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti. Per gli stessi reati è stata disposta, inoltre, la misura interdittiva della sospensione dallo svolgimento del pubblico ufficio nei confronti di un dirigente e un funzionario di Anas Spa., i quali avrebbero messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche – fornendo informazioni e documenti riservati ovvero avvicinando indebitamente membri delle commissioni di gara – al fine di garantire alle imprese rappresentate dagli odierni arrestati l'affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro”.

Fin qui la vicenda giudiziaria. Al netto delle eventuali responsabilità che saranno accertate dall’inchiesta in corso, dalle carte emerge però una rete di relazioni assai fitta, in molti campi, anche nelle concessionarie autostradali. Molto assiduo il rapporto di Verdini junior con il vicepresidente di Sitaf Sebastiano Gallina detto Nino, figura dai lunghi trascorsi politici e legato a Vito Bonsignore, società dove Anas ha una quota di minoranza ed esprime un consigliere che, guarda caso è Francesco Rizzo, ex socio di Verdini e avvocato della sorella Francesca, compagna di Salvini. Rizzo, in passato stretto collaboratore del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, uscito a giugno 2022 dalla compagine della società di Verdini a luglio era già stato nominato nel board della Torino-Bardonecchia per poi raddoppiare con il cda dell’Asti-Cuneo. Amicizie e rapporti professionali. Gallina, ad esempio, è anche stato socio del ristorante PaStation, di proprietà di Verdini jr. insieme a Rocco Girlanda, ex sottosegretario alle infrastrutture, braccio destro e sinistro di babbo Denis, premiato durante il mandato di Gianni Armani in Anas con un ruolo di dirigente di primo livello e oggi tornato a lavorare nel mondo dei cementifici. Superate le incomprensioni che in passato ne avevano incrinato il rapporto, tra il vecchio Verdini e Girlanda è tornato il sereno.

Gallina che punta sempre a nuove poltrone pare abbia tentato di farsi nominare in qualche società importante del gruppo Ferrovie, chiedendo al suo amico Maurizio Lupi, ex ministro dei Trasporti e oggi leader di Noi Moderati, di perorare la sua causa con l’uomo forte in Fs, Massimo Bruno, potente uomo delle relazioni esterne. Ma il curriculum di Gallina planò anche – tramite l’amico Tommaso Verdini – sul tavolo del viceministro alle Infrastrutture del governo Draghi, il leghista Alessandro Morelli: in quel caso Gallina aveva messo gli occhi sulla presidenza di Autostrade Lombarde, ma il suo nome venne bocciato all’interno della Lega perché giudicato politicamente inaffidabile, “troppo ballerino”, lo bollò un alto dirigente di via Bellerio.

Tra quanti sono “caduti” nella rete dei Verdini c’è anche il gruppo Toto. Più volte, proprio mentre lo zio Carlo era impegnato nel ricorso (poi vinto) per riprendersi le concessioni A24 e A25, Daniele Toto è stato avvistato più volte in un noto locale di Via Veneto in compagnia di Verdini e di Niccolò Macallè, socio di Pda (Political Data Agency), che gli inquirenti sospettano si tratti di una “società ombra” per schermare gli affari della “cricca Verdini”. I Toti, un tempo considerati vicini a Renzi, ora godono di ampie simpatie nel centrodestra, in particolare tra i leghisti. In fondo, sono passati da un Matteo a un altro.