POLITICA & GIUSTIZIA

Pesca a strascico della rete di Verdini, tra (tante) millanterie e faccendieri

In Anas descrivono il giovane Tommaso come uno che contava nulla ma chiacchierava troppo. Eppure in tanti hanno abboccato. Come quella vecchia lenza di Bonsignore che ora si è beccato pure un avviso di garanzia. Pilotavano gli appalti? Pochi ci credono

“Su una cosa Matteo è stato molto determinato, almeno con me: separare la sua vita privata dal suo incarico. E siamo stati più cauti che con altri imprenditori, per evitare fraintendimenti”. Edoardo Rixi, sottosegretario alle Infrastrutture e uomo forte della Lega reagisce con apparente distacco e freddezza alle notizie di alcune intercettazioni che lo riguardano finite nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Tommaso Verdini, figlio di Denis, fratello di Francesca e quindi (quasi) cognato di Matteo Salvini. “Non ho neanche risposto al suo messaggio di congratulazioni per evitare equivoci”, ricorda Rixi a proposito di Tommaso Verdini. Ma attorno al rampollo dell’ex politico toscano è da tempo che ruota una nutrita serie di personaggi, forse sena la stessa accortezza ribadita da Rixi, così come molte vicende legate alle infrastrutture, dalle autostrade alle ferrovie. E forse potrebbe esserci più di un fondo di verità ancora nelle parole di Rixi quando parla di “personaggi che millantano”. 

Negli ambienti vicini all’Anas, per esempio, il ritratto del giovane Verdini è quello di una figura con sempre meno peso rispetto a quello lasciato intendere. La stessa vicenda di un plico che nel 2022 aveva interessato gli inquirenti si sarebbe assai sgonfiata rispetto ai sospetti. Solo un parere, peraltro datato, della Corte dei Conti fatto girare nelle direzioni dell’azienda. Lì Verdini jr pare fosse riuscito a piazzare un suo uomo a fare da ufficiale di collegamento con il vertice. Si tratterebbe di Francesco Rizzo avvocato toscano e già segretario di Cosimo Ferri. Rizzo siede nel cda Sitaf per nomina di Ferrovie e pure in quello dell’Asti-Cuneo, nonostante polemiche che accompagnarono la nomina ricordando come Rizzo non avesse esperienza di strade o infrastrutture. Il quale smentisce la circostanza e soprattutto respinge di aver mai svolto funzioni da trait d’union, ipotesi che anzi ritiene “lesiva della mia onorabilità”.

Il vero successo di Verdini jr viene, tuttavia indicato nell’ascesa al vertice di Ferrovia del giovane pugliese Giampiero Strisciuglio, cui rapidamente è seguita quella del nuovo direttore dell’ufficio gare Gennaro Ranieri uno che di aziende di Stato ne ha girate ma senza mai arrivare a una posizione così rilevante. Una breccia importante quella nelle ferrovie che forse è stata in più di un’occasione tra gli argomenti delle passeggiate dalle parti di Porta Pia tra lo stesso Ranieri e Verdini jr. E così chi pensava che invece il riferimento per Verdini fosse il presidente di Rfi Dario Lo Bosco sarebbe incorso in errore. Quello di Lo Bosco sarebbe più un rapporto vecchia amicizia con Denis, mentre Tommaso avrebbe concentrato la sua attenzione sui pugliesi, Strisciuglio e Ranieri. Proprio al primo si dovrebbe l’arrivo in ferrovie di Antonio Cannalire, ex consigliere di Massimo Ponzellini in Bpm, assunto da Strisciuglo in Mercitalia e portato con il ruolo di dirigente che risponde solo all'ad per i progetti speciali.

Questa sarebbe è la vera rete di Verdini junior che annovererebbe, sempre tra ipotesi di realtà e non escludibili millanterie, pure Gianni Vittorio Armani già riferimento del padre Denis durante il suo mandato Anas, oggi al vertice di Enel. Si dice che proprio Armani abbia agevolato l’arrivo in Enel di Nicolò Mardegan, uomo delle relazioni istituzionali e spesso visto in compagnia di Tommaso Verdini. 

Intanto nell’inchiesta finisce anche un altro nome pesante della politica della Prima Repubblica e del mondo delle autostrade. È quello di Vito Bonsignore, 80 anni, storico andreottiano, già europarlamentare. Secondo gli inquirenti si sarebbe rivolto alla società di Verdini per promuovere progetti relativi ad alcune opere infrastrutturali tra cui la Orte-Mestre e la Ragusa Catania. La Sarc del gruppo Bonsignore si era aggiudicata diversi anni fa il bando di project financing per costruire e gestire la superstrada Ragusa-Catania: e la sua azienda è stata proprietaria del progetto preliminare dell’opera fino al 2021, quando ha ceduto all’Anas il progetto della quattro corsie a pedaggi tra Ragusa e Catania incassando ben 36 milioni di euro. Nato a Bronte, cugino dell’ex senatore Pino Firrarello, Vito Bonsignore si è trasferito da giovane a Torino. Influente parlamentare della Dc ai tempi della Prima Repubblica, corrente Andreotti, finito nei guai durante Mani pulite, è stato eurodeputato di Udc e Pdl (partito di cui è stato anche fondatore), infine con Ncd, nonché socio di Banca Carige.

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