AMBIENTE

Trino: "Da noi le scorie nucleari"

Presentata formalmente l'autocandidatura per il Deposito nazionale. Il sindaco Pane (FdI): "Noi il problema ce lo abbiamo già. In Francia il sito unico c'è da vent'anni". La decisione in un Consiglio comunale notturno

Tira dritto Daniele Pane, il sindaco di Trino Vercellese che ha presentato oggi, nell'ultimo giorno utile, al Ministero dell’Ambiente e a Sogin l’auto-candidatura a ospitare sul proprio territorio il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e parco tecnologico. L’amministrazione comunale ha chiesto “di avviare una rivalutazione del territorio al fine di verificarne l’eventuale idoneità” dopo che proprio la Sogin aveva pubblicato la mappa dei siti potenzialmente idonei. L’auto-candidatura è stata approvata con una delibera di giunta, ed è condizionata da alcuni fattori, tra cui il buon esito della verifica di idoneità da parte di Sogin, dalla validazione dell’autorità competente in materia di sicurezza, “e che l’esito tenga in considerazione e non metta in discussione tutti i criteri di sicurezza”.

Un atto che arriva dopo il Consiglio comunale straordinario convocato ieri sera, di comune accordo tra maggioranza e opposizione. In quella sede sei esperti – tre per parte – hanno spiegato i vantaggi e gli svantaggi dell’eventuale arrivo del sito unico sul territorio trinese. Al termine dell’adunanza, durata più di quattro ore, l’assemblea ha bocciato la mozione proposta dal gruppo di minoranza “Impegno per Trino e Robella”, che conteneva la richiesta di non autocandidatura e una richiesta di non rivalutazione del territorio, già escluso due volte dalle elaborazioni dei tecnici all'interno della Cnai (la Carta nazionale delle aree idonee).

Seimila abitanti, stretto tra le colline del Monferrato e il corso del Po, Trino Vercellese ha ospitato in passato una delle quattro centrali nucleari spente dopo il referendum del 1987. Il sindaco Pane, di Fratelli d’Italia, non ha mai fatto mistero di essere pronto ad alzare la mano per accogliere l'impianto, che a regime dovrà ospitare i 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e stoccarne temporaneamente 17mila ad alta intensità. Tuttavia, a dispetto delle volontà del primo cittadino, Trino non è mai entrata nelle liste dei siti idonei a ospitare il deposito. È stata esclusa dalla prima ora dopo che le caratteristiche del suo territorio sono passate al vaglio dei 28 criteri utilizzati per identificare le località compatibili. Da quell'analisi è scaturita una prima lista di 67 siti che, dopo una scrematura, sono diventati 51. Nessuno di questi, però, vuole il deposito.

“A differenza di tutti gli altri, noi il problema ce l’abbiamo” ha detto il sindaco Pane. Il primo cittadino, con questa affermazione, si è riferito ai depositi temporanei situati nella ex centrale Enrico Fermi, in cui sono stoccati i rifiuti. “Tra Trino e Saluggia – ha detto – abbiamo circa l’82% di rifiuti d’Italia in termini di radioattività. E dall’estero stanno tornando indietro le scorie ad alta intensità, che dovrebbero finire nel deposito unico. Ma il deposito non c'è, mentre in Francia e in altri Paesi esteri esistono da oltre vent’anni”.

print_icon