VERSO IL VOTO

Forza Italia ora alza il prezzo: tre posti blindati in Piemonte

Moderati sta cippa. Appena raccolta qualche percentuale in più nelle urne sarde e abruzzesi, il partito degli orfani di Berlusconi chiede più candidati nel listino. In fondo, il governatore è pure uno dei vice di Tajani. A farne le spese la martoriata Lega

Dalle urne appena chiuse a quelle che si apriranno a giugno. Il voto delle regionali sarde e abruzzesi sta imponendo al centrodestra piemontese una correzione dei piani iniziali. In particolare, il risultato segnato da Forza Italia, a fronte di un esito non esaltante della Lega, fa saltare lo schema previsto per la parte maggioritaria, ovvero l’ambito listino che consente in caso di vittoria di entrare in Consiglio a dieci candidati senza passare per la faticosa caccia alla preferenza.

Dai cinque posti per Fratelli d’Italia, tre alla Lega, uno a Forza Italia e uno indicato dal candidato presidente, si passerebbe a ridurre a due la quota in capo al partito di Salvini, con quel posto “conteso” si fa per dire tra il governatore e il suo partito, di cui peraltro è diventato da poco vicesegretario nazionale. Uno di questi posti azzurri sarà certamente riservato a Marco Gabusi, l’assessore più vicino a Cirio ma che arriva da una provincia, quella astigiana, dove difficilmente scatterà il seggio. L’altro, più marcato politicamente, si vocifera possa andare con il forte viatico del coordinatore regionale Paolo Zangrillo al capogruppo in consiglio comunale di Alessandria Davide Buzzi Langhi, figlio della scomparsa Francesca Calvo, sindaco leghista del capoluogo mandrogno all’inizio degli anni Novanta. Di una presenza nel listino si parla anche, sempre in quota presidente, dell’attuale capo di gabinetto Gianluca Vignale, il quale da mesi sta lavorando proprio alla lista civica di Cirio e che, nel caso di un mancato ingresso nel listino si aprirebbe la strada verso uno dei due posti da sottosegretario. Nel novero della possibilità, anche se più sullo sfondo, pure quella di una casella delle dieci per Noi Moderati di Maurizio Lupi, alla quale guarda con non nascoste speranze l’ex senatore tortonese già totiano Massimo Berutti.

Un risiko ancora in divenire che, tuttavia, fin d’ora può accrescere i problemi e rendere più difficili le soluzioni nella Lega. Il segretario regionale Riccardo Molinari deve risolvere, tra le altre, la questione di Gianna Gancia, candidata alle Europee ma a cui è stato assicurato un paracadute regionale. Quale forma avrà ancora non è dato sapere. Si parla di una sua candidatura nel proporzionale, così come di un posto nel listino anche se quest’ultima ipotesi cozzerebbe contro la linea privilegiata da Molinari di assegnare i posti del maggioritario a province che non riescono ad eleggere un consigliere (in pole soprattutto Fabio Carosso di Asti, vicepresidente uscente). Esclusa la possibilità di un sottosegretariato, ritenuto riduttivo, per l’europarlamentare uscente e moglie di Roberto Calderoli, potrebbe profilarsi uno dei tre assessorati esterni. Schemi e ragionamenti tutti da scrivere, ma già da far impallidire il cubo di Rubik.

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