Onda nera e resistenza rossa

Sarebbe bello si potesse applicare alla politica il marchio di origine controllata, ossia un’etichetta che certifichi l’autenticità ideale di una formazione rispetto alle teorie dei padri fondatori, a cui questa si richiama. A quel punto gli elettori potrebbero essere sicuri di aver scelto con il loro voto la “vera Sinistra progressista”, oppure la “vera Sinistra socialista”, o anche la “vera Destra liberale” e, infine, la “vera Destra conservatrice e nostalgica”.

In attesa che questo avvenga si vivrà ancora nella confusione attuale, e chi voterà (una minoranza sempre più esigua degli aventi diritto) continuerà ad apporre la sua preferenza su un simbolo partitico, per poi scoprire di averne scelto in realtà un altro: l’assurdo paradosso per cui, ad esempio, si vota a Sinistra per poi rendersi conto che questa potrebbe avere un’anima profondamente iper liberista, o addirittura di Destra.

L’uso distorto del consenso popolare ha mietuto vittime a Sinistra come a Destra. Molti elettori hanno infatti votato a Sinistra pensando di poter tutelare in tal modo la Sanità pubblica, la Pace, il lavoro, la dignità di tutte le persone, i diritti sociali e quelli civili, ma la delusione non ha tardato a manifestarsi in loro. È triste dare fiducia a candidati che poi si rivelano poco sensibili alle speranze di chi li ha espressi, ma che in compenso mostrano molta attenzione alle lobby dell’industria bellica e a quella degli imprenditori delle cliniche private. 

Sembrerebbe quasi che esista una sorta di modello politico superiore, potente quanto occulto nell’agire, che predetermini gli ambiti al di fuori dei quali nessuna forza politica possa muoversi liberamente. Le mura al cui interno è consentito agire sono infatti imponenti: moderne Colonne d’Ercole insuperabili e denominate “atlantismo acritico” e “privatizzazione dei servizi pubblici” (o meglio, di quanto rimasto di loro). 

Tali confini snaturano in primis la Sinistra, distruggendo la fiducia di chi l’ha sostenuta per molto tempo, ossia di tutti quei cittadini che non hanno fatto importanti investimenti azionari nella Sanità e neppure nell’industria bellica. Donne e uomini che rimangono basiti ascoltando le parole di chi vuole “inviare truppe per fermare il nuovo Hitler” (riferendosi a Putin), e cadono nel disorientamento di fronte alle dichiarazioni della deputata europea che pretende di sanzionare (in che modo non è chiaro) l’artista Jorit per la foto, scattata a Sochi, che lo ritrae al fianco al Presidente russo (chissà se la deputata ha ascoltato il discorso che Jorit ha fatto alla platea prima dello scatto). Paradossalmente su molti temi (certamente non tutti) i militanti della Sinistra non neoliberista si sentono oggi rappresentati da Papa Francesco, anziché dai leader eredi del Pds fondato da Achille Occhetto.

Le prossime votazioni europee segneranno probabilmente una svolta nelle politiche di tutti gli Stati del Vecchio Continente, a causa dell’inarrestabile avanzata dei gruppi di ispirazione neonazista (definiti Destra radicale per non impressionare nessuno): formazioni fedeli alla loro macabra tradizione, e apparentemente (solo apparentemente) non contaminate da quei valori di mercato che impongono di continuo recinti insormontabili agli altri partiti. I gruppi di estrema Destra tradizionalmente sono strumenti dei potentati finanziari, e così, dopo un secolo, si ridisegna l’egemonia culturale di quell’iper nazionalismo, sempre foriero di guerre, che si nutre prevalentemente dello sfruttamento del pianeta e degli esseri umani. 

Oggi, al contrario di 100 anni fa, l’onda nera non troverà una resistenza “rossa” pronta a contenerne l’espansione, ma gruppi autodefinitisi di Sinistra, privi di un’idea chiara sui temi che dovrebbero essere invece appartenenti al loro patrimonio storico, e quindi senza identità. In tutta Europa, infatti, è difficile rintracciare una Gauche attenta al sociale ed inclusiva, così come è raro in quegli ambienti sentir parlare di Pace, mentre in compenso non si contano le derive belliciste che trovano nei verdi tedeschi l’apice della voglia di guerra (paradosso assoluto). È scomparso quel sapere critico della Sinistra, da non confondere assolutamente con il complottismo, che permetteva ai suoi dirigenti di interpretare gli eventi senza cadere nelle trappole del qualunquismo, ed ha lasciato in eredità un triste adeguarsi alle “verità” preconfezionate nelle sale di chi comanda il mondo. 

Gli elettori dovranno cercare con il lanternino i rari esempi di coerenza se non vorranno votare la melassa indistinta del “Privato è bello” e dei “W la guerra”, ma non sarà cosa facile. L’impresa, quasi disperata, consisterà proprio nel trovare programmi “veri” in cui si difenda la dignità di tutti i cittadini (al di là del loro reddito e della loro provenienza geografica); in cui si sostenga la Sanità pubblica smettendo di finanziare chi cura in cambio di fatture solvibili solo dai pazienti ricchi; in cui si aiuti il welfare e non si sostengano solo le speculazioni economiche; in cui si lavori per riconoscere i diritti di tutti i popoli nel nome della Pace, evitando la macelleria della guerra per tutelare interessi finanziari mascherati dalla retorica armata.  

Solamente una Sinistra priva di ambiguità, e soprattutto di interessi personali, potrà far scendere il numero di chi diserta le urne e difendere inoltre un’Europa assediata dal nazionalismo, dal potere finanziario e dalle bombe.

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