SCIUR PADRUN

Confindustria, tertium non datur. L'escluso Gozzi non si arrende

Per i saggi il patron della Duferco non ha i numeri sufficienti per passare il turno (solo il 13,36%) e ammettono alla corsa finale Garrone e Orsini. Scrive una lettera di protesta e valuta addirittura il ricorso al Tar. La strigliata del past president Montezemolo

Guerra di cifre a viale dell’Astronomia. “Quando vedremo quali sono le motivazioni useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare non tanto il mio diritto quanto di tutti quelli che mi hanno espresso consenso in queste in queste settimane in questi mesi”. Antonio Gozzi non si rassegna all’esclusione della sua candidatura alla presidenza di Confindustria. Valuta anche un ricorso alla magistratura? “Vedremo. Adesso non mi chiedete non mi chiedete di più di quello che vi ho detto quello che vi poteva dire però ho detto. Vediamo vediamo...”, ha risposto ai cronisti.

Le ragioni che hanno indotto i tre saggi (Mariella Enoc, Andrea Moltrasio, Ilaria Vescovi) a stoppare la sua corsa sono piuttosto chiare: da regolamento sono state conteggiate solo le espressioni di consenso avvenute con una delibera del consiglio di presidenza delle diverse organizzazioni. Alcune di queste, ad esempio Federchimica e Confindustria Vicenza, pur registrando l’appoggio maggioritario per il patron della Duferco non hanno dato seguito ad atti formali. E così, calcolatrice alla mano, i saggi hanno riscontrato il sostegno del 13,36% dell’assemblea, percentuale salita al 15,94% dopo la conclusione delle consultazioni l’11 marzo, ritardo che comunque rendeva inammissibili le nuove dichiarazioni di voto. Oggi era previsto il confronto tra i programmi dei due candidati ammessi al voto dal consiglio di designazione: Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini.

Alla fine, però, la decisione del presidente di inviare una lettera a tutti i 182 membri del consiglio generale che il 4 aprile dovranno votare il nuovo presidente rischia di fra passare in secondo piano la discussione sui contenuti. Gozzi sottolinea di voler andare avanti nel chiedere la sua riammissione anche perché, dice, “c’è un pezzo importantissimo di manifattura italiana e di province manifatturiere italiane che non ha avuto l’opportunità di votare un candidato quando lo statuto consente che i candidati siano fino a tre”.

La preoccupazione per una situazione che rischia di compromettere l’immagine, in verità già sufficientemente ammaccata, dell’organizzazione viene raccolta da Luca Cordero di Montezemolo: “Ho sempre pensato che in Confindustria debbano candidarsi imprenditori per servire il mondo dell’industria e non per servirsene – scrive in una nota il past president –. Ho assistito invece con dispiace a quanto avvenuto negli ultimi giorni con comportamenti e iniziative fuori dalle regole statutarie, mai accadute prima in tutta la storia della confederazione. Ho visto tentativi di delegittimare i saggi che hanno invece fatto un ottimo lavoro, sempre a contatto con i probiviri e mai condizionamenti da pressioni esterne e articoli di stampa, ascoltando il sistema da Nord a Sud. Mi auguro che chiunque sia il nuovo presidente si impegni con una squadra di veri imprenditori, che sappia unire e non dividere, come invece è avvenuto in questi giorni, di recuperare credibilità e prestigio anche attraverso l’assoluta necessità di rivedere lo statuto, lasciando da parte chi cerca solo poltrone e strapuntini”.

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