VERSO IL VOTO

Le liti tra Fratelli impallano il listino

Troppi aspiranti al posto "garantito" nel prossimo Consiglio regionale del Piemonte e così il partito della Meloni ritarda la chiusura dell'elenco collegato al presidente Cirio. L'escamotage per farli eleggere tutti anche in caso di exploit del centrodestra

Ancora ventiquattr’ore di trattative. “Ci sono problemi in Fratelli d’Italia” rivelano gli alleati. Mancano due nomi, gli ultimi del listino collegato ad Alberto Cirio, uno scrigno che contiene i candidati certi dell’elezione in caso di successo (molto più che probabile) del centrodestra. Posti ambiti, dunque, ambitissimi. Nella testa di chi lo istituì molti anni fa, doveva essere lo spazio in cui inserire gli indipendenti, imprenditori, intellettuali, figure “di area”, quelli che non li butti nel tritacarne delle preferenze (perché spesso non ne hanno) ma servono a legittimare e a rafforzare la coalizione. Oggi più semplicemente è la camera di compensazione dei partiti, l’arena in cui si misurano le correnti prima della contesa elettorale.

La scadenza è sabato e viste le difficoltà a comporre il quadro, ogni elemento pare suggerire che verrà sfruttato anche l’ultimo giorno per trovare una sintesi. Il dossier è sul tavolo di Giovanni Donzelli, plenipotenziario delle sorelle Meloni per quel che riguarda i fatti del partito, a partire proprio dalle candidature. Lo schema, almeno quello, è definito. Cinque su dieci sono le caselle spettanti a FdI, tre alla Lega, due a Forza Italia. Con buona pace delle mire berlusconiane che, a fronte di sondaggi che sorridono al partito di Antonio Tajani, nelle ultime ore hanno alzato le pretese: tre posti. Nisba.

Il primo nodo da sciogliere è il capolista. Al momento la numero uno è Elena Chiorino, assessora al Lavoro dell’attuale giunta regionale, biellese, legatissima e quindi sostenuta dal sottosegretario Andrea Delmastro. L’unico nome circolato per qualche settimana in alternativa a Cirio, qualora lui avesse scelto la strada di Bruxelles. “Io non mi metto nelle posizioni di rincalzo” è stato il messaggio recapitato a chi di dovere dal collega di giunta Maurizio Marrone, nome forte del partito a Torino. Dal punto di vista pratico cambia poco, ma non sfugge a nessuno il valore simbolico di quella posizione, che potenzialmente potrebbe rappresentare un’ipoteca sulla vicepresidenza della giunta futura. Meglio non esserci piuttosto che essere dietro e così pare sia maturato il “Gran rifiuto”. Chiorino e Marrone, infatti, corrono anche sul proporzionale con le preferenze e si contendono gli scranni più ambiti nell’esecutivo che verrà, assieme all’attuale capogruppo Paolo Bongioanni, che figura in quarta posizione. Al secondo posto c’è il numero due di Cirio Fabio Carosso (Lega, di Asti) al terzo Annalisa Beccaria, Forza Italia, presidente del Consiglio comunale di Borgomanero, finita sul terzo gradino del podio un po’ in ossequio all’alternanza di genere, un po’ perché fortemente sponsorizzata dalla coppia azzura Diego Sozzani-Paolo Zangrillo. Quinta l’europarlamentare uscente Gianna Gancia, che userà il listino come paracadute qualora la corsa per restare a Bruxelles dovesse andarle male. Sesto un altro assessore, l’azzurro Marco Gabusi, fedelissimo di Cirio, seguito da Daniela Cameroni da Novara, compagna del senatore Gaetano Nastri (figura che mancava essendo già in campo figli, fratelli e nipoti nella “parentopoli” meloniana). Ottavo il capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris Alberto Preioni. Mancano gli ultimi due nomi sui quali fervono le trattative.

Non tutti i dieci della lista sono certi dell’elezione diretta: meglio va la coalizione più sono i candidati che entrano con il proporzionale. Per questo il centrodestra ha studiato un escamotage che consente a chi è più indietro di subentrare ai primi se questi dovessero finire in giunta. Di qui la decisione di inserire i top player in cima alla lista. Loro, una volta designati nell’esecutivo, lasceranno il posto al primo escluso del loro partito.

Se Marrone dovesse rimanere fuori, allora con Augusta Montaruli farà di tutto per inserire Alessandro Cammarata, vicesindaco di Carmagnola. Ci spera anche Massimo Garnero, capogruppo di FdI a Cuneo, fratello di Daniela Santanché, ministro in disgrazia, certo, ma con un asse solidissimo con il presidente del Senato Ignazio La Russa. Un altro ministro, Guido Crosetto, si starebbe spendendo invece per Claudio Sacchetto, ex assessore leghista all’Agricoltura ai tempi di Roberto Cota, e da un paio di anni in FdI che tuttavia è rimasto fuori dalla lista sul proporzionale. Qualche (residua) speranza anche per il consigliere uscente di Vercelli Carlo Riva Vercellotti. Ma non sono escluse sorprese dell’ultima ora.

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