POLTRONE & SOFÀ

Finpiemonte nel carniere di FdI.
Ipotesi Monti per il dopo Vietti

L'attuale board riconfermato solo per un anno. Tra i papabili, uno dei "congiurati" della Crt. Sostenuto da ambienti ecclesiastici avrebbe anche la benedizione di Crosetto (quale?). L'altro nome che circola è Irrera che però punta a poltrone più importanti

Tra le poltrone su cui Fratelli d’Italia ha già messo il cartellino con su scritto “riservato” c’è sicuramente quella del presidente di Finpiemonte, la finanziaria regionale nel non lontano passato scossa da vicende giudiziarie e situazioni a dir poco critiche e che da tre anni è guidata dall’ex parlamentare dell’Udc e già vicepresidente del Consiglio Superiore della MagistraturaMichele Vietti

Nominato dalla Regione il 19 novembre del 2021, Vietti pochi giorni addietro è stato riconfermato insieme all’intero cda, ma soltanto fino all’approvazione del bilancio 2024, ovvero un anno. Una decisione volta ad assicurare, come scritto in una nota della partecipata, "la stabilità necessaria per proseguire il percorso di miglioramento operativo e di consolidamento economico già avviato negli anni precedenti” e, non di meno, a rinviare le nuove nomine a partire proprio da quella del presidente a dopo il voto di giugno e alla piena operatività della nuova giunta regionale. Dopo aver perduto la presidenza della “gemella” Finlombarda cui era approdato nel 2017, Vietti s’appresta dunque a lasciare, sia pure tra qualche mese, anche la società piemontese sulla quale hanno da tempo puntato lo sguardo i meloniani, apprestandosi a tenere la matita in mano per ridisegnare la mappa del potere e del sottogoverno regionale in base ai prevedibili esiti delle elezioni. E su quella carta Finpiemonte rappresenta da sempre una posizione importante sul fronte dell’economia, della finanza e dello sviluppo del tessuto produttivo. 

Nel 2023 ha chiuso con un risultato di conto economico con un utile netto d'esercizio pari a 904.936, in significativo miglioramento rispetto all'anno precedente, pari a euro 207.524. Con il pieno avvio della programmazione Por Fesr 21-27 l'attività di gestione delle agevolazioni ha registrato un forte incremento del valore dei progetti approvati e dei fondi pubblici impegnati (144 milioni, +69% rispetto all'anno precedente). Un posto tutt’altro che irrilevante, insomma, nel futuro assetto di potere del centrodestra e anche se la spartingaia partirà solo dopo l’avvio della legislatura (preceduta, appunto, dalla ripartizione degli assessorati e da altri ruoli istituzionali) non è un mistero che il partito di Giorgia Meloni consideri (quasi) sua la nomina del successore di Vietti. 

I nomi dei papabili o aspiranti già non mancano. Maggiormente accreditato (e forse anche autoaccreditato con padrinaggi politici vari) sembra essere quello di Antonello Monti, attuale e ancora per poco (visto il rinnovo a breve) componente del cda della Fondazione Crt, le cui mire verso una migrazione in Compagnia di San Paolo sembrano essere pressoché svanite. Il nulla di fatto con cui si è concluso il consiglio regionale da cui sarebbe dovuto uscire la designazione di un componente del consiglio generale della fondazione di corso Vittorio Emanuele, ha drasticamente ridotto le possibilità per il rampante vercellese cresciuto tra tonache e sacrestie. Quella seduta del consiglio ha fatto comunque in tempo a suscitare più di un’irritazione proprio per la presenza a Palazzo Lascaris di Monti, presenza giudicata da molti inopportuna, essendo egli uno dei candidati alla nomina, poi mancata. 

Fuori a breve dalla Crt dove ha partecipato alla “congiura” contro Fabrizio Palenzona (una medaglia agli occhi di una parte della politica), difficilmente dentro alla Compagnia, il dottore in scienze e tecnologie agrarie ha fatto in tempo per autonominarsi presidente di Ream nella famosa seduta notturna del cda, quando con un Palenzona ormai fuori dalla porta i congiurati si sono spartiti le poltrone delle partecipate. Ma Monti è uomo che guarda lontano, almeno quando si tratta della sua carriera. Vera o presunta, la benedizione del ministro Guido Crosetto potrebbe aprirgli la strada verso la finanziaria regionale. Più rodato il rapporto con il nipote del Gigante di Marene, quel Giovanni Crosetto che, non si sa a quale titolo, negli ultimi tempi appare molto attivo nel disegnare trame nel sottogoverno: convoca esponenti delle fondazioni, contatta potenziali candidati, prospetta futuri incarichi.

Monti però non è l'unico nome proveniente dal board della Crt a circolare per il dopo Vietti. Secondo alcuni anche l’attuale reggente Maurizio Irrera in attesa di passare il testimone a Anna Maria Poggi avrebbe già iniziato a guardarsi intorno. Nel cda di Iren ai tempi della sua vicinanza all’allora sindaca di Torino Chiara Appendino, Irrera è in ottimi rapporti con il partito della premier. Amministratore giudiziario di Visibilia editore, società che è stata di proprietà di Daniela Santanchè, Irrera è già stato in Finpiemonte proprio indicato da FdI. Difficile un suo ritorno in Galleria San Federico, seppure da numero uno: il professore, dicono, ha ambizioni più elevate, magari di conquistare qualche posto sulla ribalta nazionale nelle prossime tornate di nomine. Sempre con l’appoggio fraterno. 

print_icon