ALTA TENSIONE

Stazione di Porta Nuova bloccata, muri imbrattati e atti vandalici: "solita" protesta Pro Palestina

Una filiale di Intesa Sanpaolo presa di mira perché la banca è colpevole di "finanziare" la ricerca dell'Università. Militanti sui binari e circolazione interrotta. Il corteo a Torino nel primo giorno del voto guidato dai noti professionisti dello scontro sociale

Finisce com’era prevedibile, secondo un copione ormai tristemente noto, il corteo pro Palestina organizzato a Torino da collettivi universitari e antagonisti dei centri sociali, con il solito Askatasuna in prima fila. La circolazione dei treni è stata sospesa nella stazione di Porta Nuova, con i militanti sui binari, un’azione che ha causato notevoli disagi alla circolazione, ripresa solo due ore più tardi facendo accumulare ritardi anche di 75 minuti. La Digos ha indentificato 45 manifestanti: sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio.

Una manifestazione, promossa nel primo giorno del voto per le elezioni europee e regionali, cominciata subito tra provocazioni e tensioni. Le bandiere dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e di Israele sono state bruciate all’interno del complesso della stazione Porta Nuova occupata. Nel corso del corteo formato da circa 200 persone un gruppo di incappucciati armati con degli estintori riempiti di vernice rossa ha imbrattato la facciata della filiale di Intesa Sanpaolo in via San Francesco d’Assisi. Sono poi stati accesi dei fumogeni e delle torce mentre dal microfono lo speaker rivendicava l’azione: “Il problema degli accordi con l’università dipende da questa banca complice dello stato di Israele. L’università è pubblica e anche per questo ci battiamo ogni giorno”. “È stata sanzionata una delle sedi di Intesa San Paolo, collusa con l’università, complice di Israele e del genocidio del popolo palestinese. Il rettore Geuna presiede un tavolo di collaborazione tra San Paolo e UniTo con finanziamenti da 15 milioni di euro! Free Palestine”, scrivono gli attivisti nella rivendicazione del gesto. Cercando informazioni sulla collaborazione che intercorre tra i due enti si scopre che la stessa è stata rinnovata nel 2022 fino al 2024 “per sostenere lo sviluppo del sistema universitario e migliorare la qualità della didattica, della ricerca e della terza missione”. In sostanza la banca è colpevole, con 15milioni di euro, di contribuire a sostenere l’università nelle sue attività in favore di studenti e ricercatori.

In piazza i collettivi che aderiscono all’Intifada studentesca, esponenti delle moschee, varie associazioni, centri sociali, sindacati di base e partiti della sinistra radicale, con lo striscione “Intifada ovunque” in bella evidenza e bandiere palestinesi al vento. La manifestazione, il cui slogan era All eyes on Rafah - dalle università alla città, è partita da via Sant’Ottavio, sede delle facoltà umanistiche torinesi, Palazzo Nuovo, occupata da oltre 20 giorni e ha costretto le forze dell’ordine a presidiare ulteriormente i seggi con i reparti mobili.

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