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La dynasty di Chiusa San Michele, un Cantore torna sindaco

Quarant'anni dopo il nonno, Riccardo vince le elezioni nel piccolo centro della Valsusa. Alla sua famiglia e al papà Daniele si deve l'illuminazione della Sacra e la legge che l'ha trasformata in simbolo del Piemonte

Non saranno i Kennedy, ma insomma una dinastia politica di tutto rispetto c’è pure a Chiusa San Michele, centro remoto della Valsusa, dov’è appena diventato sindaco Riccardo Cantore. Stesso nome e stesso cognome del nonno, primo cittadino della Liberazione e poi ancora sindaco socialista dal 1970 al 1982.

Tra il Riccardo senior e il Riccardo junior c’è un altro Cantore, forse il più conosciuto: Daniele, esponente di spicco del Psi craxiano e poi capogruppo a Torino di Forza Italia. È stato proprio lui che, da assessore regionale, assieme ai colleghi Renato Montabone ed Enrico Nerviani (relatore), ha promosso e fatto approvare all’unanimità dal Consiglio regionale la legge che ha portato la Sacra di San Michele a diventare simbolo del Piemonte e contribuendo come assessore al Turismo anche alla sua illuminazione, giacché era spenta da metà degli anni Sessanta.

Tre generazioni di Cantore legate a un paesino che è diventato simbolo di una delle più importanti regioni d’Italia. Una dinastia che prosegue con Riccardo Cantore, eletto con il 54 per cento dei voti alle ultime amministrative, sindaco grazie alla preferenza di 426 concittadini. Riccardo  è un imprenditore nel settore dei servizi per le aziende e degli eventi, sposato con Denise, da quindici anni è consigliere comunale di minoranza di Chiusa e da dodici capogruppo. È vice presidente dell’Associazione politico-culturale “Italia Riformista”. Da due giorni è anche sindaco della sua città.

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