POLITICA & GIUSTIZIA

"Può rifarlo o condizionare testimoni". Toti rimane agli arresti domiciliari

Rigettata l'istanza di liberazione del governatore, indagato per corruzione e voto di scambio. Secondo il gip ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato soprattutto "in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025"

Giovanni Toti rimane ai domiciliari. Il governatore della Liguria starà ancora agli arresti: la giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha rigettato l’istanza di revoca per il politico arrestato lo scorso 7 maggio nell’inchiesta della procura di Genova. Toti è accusato di corruzione, voto di scambio e falso. Per cercare di farlo uscire dai domiciliari, il suo avvocato Stefano Savi aveva depositato l’istanza il 10 giugno, dopo le elezioni europee, chiedendo la revoca della misura o una sua attenuazione.

Nell’ordinanza il gip ha specificato i motivi della sua decisione: “Permane l’esigenza cautelare e connessa al pericolo concreto e attuale di reiterazione di analoghe condotte criminose”. Soprattutto “in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali)”, per cui lo stesso Toti “aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi”, si legge. Scrive Faggioni, che si “rilevano, in primo luogo, le stesse modalità delle condotte criminose contestate così come emerse nel corso delle indagini, dalle quali traspare in modo evidente la sistematicità del meccanismo corruttivo reiterato in un notevole arco temporale. In occasione e in concomitanza di ciascuna delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale della presente indagine (circa 18 mesi) – elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023) – l’indagato, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, promessi e concretamente erogati. Tale meccanismo è stato accertato con riferimento a due diversi imprenditori, gli Spinelli e Moncada“.

Inoltre, c’è il rischio di inquinamento delle prove “in modo attuale e concreto”. Sempre secondo il gip: “Le indagini sono in pieno svolgimento e, in particolare, sono in corso le audizioni di funzionari e dirigenti della Regione Liguria a conoscenza dei fatti per cui si procede, i quali ben potrebbero subire dall’indagato condizionamenti o pressioni per rendere una conveniente ricostruzione degli eventi”. Ed è un rischio, secondo il giudice, che “si profila, chiaramente, in modo particolarmente elevato ove l’indagato riprenda l’esercizio delle funzioni svolte”. A questo riguardo, Faggioni menziona un episodio “significativo”: ovvero la scelta di luoghi ‘riservati’ per scambiarsi reciproche richieste di favori, senza affrontare certi argomenti in pubblico. “Particolarmente significative sono altresì le cautele adottate in occasione degli incontri in barca, che avvenivano previo allontanamento di tutti i telefoni degli interlocutori, come osservato direttamente dalla Guardia di Finanza, modalità adottata anche in occasione dell’incontro con l’imprenditore Moncada all’interno dell’ufficio del presidente della Regione”. Inoltre, quando gli incontri avvenivano in luoghi pubblici, scrive Faggioni “venivano scelti appositamente locali meno frequentati o comunque idonei ad eludere gli accertamenti investigativi. Sul punto, a titolo esemplificativo, può essere menzionata la conversazione intrattenuta il 03.10.2021 da Giovanni Toti con Signorini per incontrarsi il giorno seguente e nel corso della quale il primo giustificava la scelta del locale (“Le Cicale – Bistrot” di Albaro, di piazza Leopardi) in quanto, oltre che poco frequentato, sarebbe stato più difficile essere ascoltati per il rumore del traffico ivi presente (“Se non piove ci mettiamo fuori al Le Cicale in Albaro che c’è quella piazzetta dove mi hanno portato con te una volta… c’è spazio, non ci rompe il cazzo nessuno e si può parlare…passano le macchine, c’è rumore di fondo…”).

Rispetto alla decisione presa dal gip, l’avvocato Savi promette battaglia legale: il contenuto dell’ordinanza di rigetto dell’istanza di revoca dei domiciliari “ci dà spazio per un ricorso al Riesame che faremo la prossima settimana”.

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