DIRITTI & ROVESCI

"Cessate il fuoco a Gaza", dopo i proclami i Pro Pal bloccano gli esami

Nel documento approvato dal Senato accademico dell'Università di Torino nessun riferimento al boicottaggio degli atenei israeliani o alla sospensione degli accordi. Il disastro è già stato fatto un mese fa. Alla facoltà di Fisica impedito l'ingresso agli studenti per gli appelli

Un contentino per l’intifada studentesca. Un modo per chiudere una querelle durata settimane e far tornare l’ateneo alla normalità. Cosa al momento ancora lontana, visto che dopo l’approvazione di una mozione da parte del senato accademico dell’Università di Torino la facoltà di Fisica è stata bloccata, impedendo agli studenti di presentarsi agli appelli: esami saltati perché il documento è stato giudicato “blando” dai Pro Pal.

Poche ore prima la sessione straordinaria del Senato accademico, chiesta dagli studenti Pro Palestina che da un mese occupano le sedi degli atenei del capoluogo piemontese, si è conclusa con l’approvazione di una mozione in cui si legge che il Senato “sostiene i diritti del popolo palestinese e, tra questi diritti, quello di avere uno Stato in cui riconoscersi congiuntamente con il diritto all’esistenza in sicurezza di Israele”. Inoltre, “fatta propria la dichiarazione della Crui sul disumano attacco del 7 ottobre e sul massacro di civili che da quella data è stato perpetrato nella Striscia di Gaza, chiede l’immediato cessate il fuoco” a Gaza e negli altri territori palestinesi.

Il documento, inoltre, impegna l’ateneo torinese, nelle collaborazioni interateneo e con soggetti terzi, “ad assicurare sempre trasparenza e accessibilità, per quanto consentito dalle normative vigenti, di tutti i propri progetti, accordi, convenzioni, contratti, in generale di ogni collaborazione e relazione didattica o scientifica con soggetti terzi”. E quest’ultimo è probabilmente il passaggio più significativo, in cui di fatto salta ogni proposta di boicottaggio o sospensione degli accordi con le università israeliane, come da richieste dei collettivi.

Un compromesso cercato e trovato dal rettore Stefano Geuna che annacqua il contenuto del testo dietro a locuzioni perentorie come “immediato cessate il fuoco” che come direbbero i giuristi è una richiesta ultra vires e cioè al di là dei propri poteri. Per gli studenti dei collettivi Pro Palestina “questi obiettivi di certo non ci bastano, tuttavia sappiamo di aver aperto una breccia nelle enormi contraddizioni dell’ateneo torinese e dell’intero sistema su cui esso si basa, orientato esclusivamente al profitto alla privatizzazione”. Anche qui tante parole per dire che alla fine non cambia nulla. E meno male!

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