PALAZZO ROSSO

Abonante paga la cambiale a Barosini. Giunta all'aria per tener fede al patto 

Nelle prossime ore Alessandria avrà il suo nuovo esecutivo. Valzer di poltrone attorno all'accordo (negato) che portò i voti dell'uomo di Azione al ballottaggio. Incognita sulla permanenza dei Cinquestelle, anche se sembrano intenzionati a restare

Chissà se sulla cambiale c’era la data dell’incasso. Un fatto è certo, quella che il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante si appresta a pagare in queste ore a Giovanni Barosini, portando l’esponente di Azione dalla presidenza del consiglio comunale di Alessandria al ruolo di vicesindaco, coincide proprio con quel fine giugno di due anni fa. È in quei giorni che viene stretto il patto (negato da Abonante, ammesso dal partito di Carlo Calenda) che porterà il tesoretto del 15% di voti incassati al primo turno da Barosini in dote dal candidato del Pd che uscirà poi vincitore dal ballottaggio. Dopo le elezioni l’ex Udc passato nelle fila calendiane quella poltrona di numero due a Palazzo Rosso l’ha puntata da parecchio e la sua stessa candidatura a sindaco corsa in solitaria era parsa a molti come un’accorta strategia da mettere all’incasso. E così fu. 

Abonante allarga il campo ai Cinquestelle in quella che per qualche tempo era parsa un’anticipazione di ciò che invece sarebbe naufragato, col caso più eclatante delle regionali piemontesi. Al suo fianco come vice sceglie Marica Barrera, da sempre molti vicina all’ex sindaca dem Rita Rossa ed eletta nella lista civica di sostegno e “ispirata” dall’ex prima cittadina che andrà poi a guidare il gruppo consigliare del Pd. È una panchina d’onore quella della presidenza del consiglio per Barosini che, con i suoi trascorsi postdemocristiani sa attendere, ma non dimentica. In tasca ha quel patto, tanto negato quanto palese, stretto esattamente due anni fa.

Già lo scorso inverno qualcosa si era mosso e più di un segnale era arrivato circa quel che si sarebbe immaginato un rimpasto, o addirittura un semplice cambio di poltrona. Poi non se n’era fatto nulla e l’imminente stagione elettorale aveva consigliato di soprassedere. Poi, improvvisa e rumorosa, la decisione presa ieri da Abonante di azzerare la giunta, revocando deleghe e nomine di tutti gli assessori. Qualcosa di più di un blitz, basti pensare che proprio Rossa, pur essendo capogruppo del partito del sindaco, ha saputo la notizia dai siti dei giornali. E dire che insieme agli altri aveva fatto le due del mattino con consiglio comunale, andando a dormire senza che il sindaco le accennasse nulla. La stessa scelta di far saltare tutto, con la promessa di rinnovare l’esecutivo al massimo entro 72 ore, Abonante l’ha presa proprio nei giorni in cui il segretario del suo partito, Rapisardo Antinucci è sulla sdraio a godersi il sole del litorale laziale. Sì, vabbè ci sono i telefoni e le chat, però se neppure lo ha detto a chi ha fatto le ore piccole a Palazzo Rosso, buonanotte ai suonatori.

Anzi c’è stata qualche ora tra ieri e oggi in cui proprio l’ex sindaca Rossa, secondo alcuni potenziale bersaglio del rivolgimento deciso dal sindaco, avrebbe meditato di salutare lasciando il suo ruolo di guida del gruppo, non poco irritata per quella sortita da uomo solo al comando, considerando che Abonante non è quel che si dice un Coppi della Politica. Semmai più un Bartali, non per la pedalata quanto per quel “l’è tutto da rifare” che poi è la traduzione del motivo addotto dal sindaco per rifare, appunto, daccapo la giunta.

Voci che si rincorrono da questa mattina la darebbero già pronta per essere annunciata quasta sera, ma ancora non s’è sciolto il nodo dei pentastellati. Resteranno dentro la giunta oppure sanciranno pure qui la fine del campo largo? Tutto propenderebbe per la prima ipotesi, nel qual caso i posti a disposizione di Abonante per soddisfare altri desiderata, oltre a quello di Barosini, si ridurrebbero. A farne le spese, secondo i corridoi di Palazzo Rosso, potrebbe essere una delle due assessore in pectore, ovvero Irene Molina, molto vicina al consigliere regionale Domenico Ravetti e Roberta Cazzulo che ha il suo punto di riferimento nel deputato Federico Fornaro. Nel caso in giunta approdasse Molina, il suo seggio in consiglio verrebbe occupato dal primo dei non eletti, ovvero Alessandro Buzzi.

Se Barosini, ancora una volta si è rivelato difficilmente superabile nel dare le carte, c’è chi comunque al tavolo si siede e gioca la sua partita. Detto della probabile permanenza del Cinquestelle, alla presidenza del consiglio potrebbe andare Diego Malagrino dei Moderati, i quali rinuncerebbero al loro assessore Claudio Falleti. Quasi certa la giubilazione di Maria Cornara che aveva le deleghe alla scuola e l’ingresso,  sempre per la lista civica allestita dall’ex parlamentare socialista Felice Borgoglio, di chi da tempo pare fremesse come Gianni Ivaldi. 

Insomma, pur avendolo ribaltato all’improvviso, Abonante non fa fatica a vedere tutti rapidamente attovagliarsi, come se quella decisione che trova non molti precedenti sia stata solo un modo per fare ciò che era da tempo previsto. Se anche non c’era la data, la cambiale con Barosini stava scadendo. E lui, era da un po’ che segnava i giorni sul calendario.

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