Aquila nazista sui cancelli di casa, confermata condanna
12:00 Venerdì 05 Luglio 2024
I giudici della Cassazione hanno parzialmente riformato la condanna d'appello per Fabrizio Fournier, di 60 anni, di Saint-Vincent (Aosta), accusato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. La Suprema Corte ha ridotto la condanna da cinque mila euro a quattro mila euro, in quanto ha annullato la parte della sentenza d'appello che riguardava i messaggi Whatsapp con i quali secondo l'accusa l'imputato avrebbe inviato link di filmati di carattere negazionista. Confermati anche i risarcimenti alle parti civili: 20 mila euro alla Comunità ebraica di Torino, 10 mila euro alla Regione Valle d'Aosta e 5 mila euro all'Anpi. Su due cancelli di accesso alla propria casa - affacciati su una strada pubblica - secondo gli inquirenti aveva fatto installare un'aquila nazista e dei triangoli usati sulle divise degli internati. Fournier era poi accusato di aver pubblicato su Facebook dei video con contenuti negazionisti e di aver inviato via Whatsapp link a filmati, sempre di carattere negazionista, accompagnati da commenti come "le camere a gas sono delle bufale" o "sono stati fatti passare per mostri persone che non lo erano come il grande Adolf Hitler". Infine Fournier - che in base alle indagini si faceva chiamare 'Nazi' - aveva pubblicato su Facebook una sua foto mentre era intento a fare il 'saluto romano' e nei messaggi con gli amici si lamentava del fatto di essere nato il 27 gennaio, 'Giorno della Memoria'. Le indagini della Digos, coordinate dalla procura di Aosta, risalgono al 2018.