PAGELLE

Governatori più amati dei sindaci. Lo Russo precipita al 57° posto

Mentre i primi cittadini perdono consenso, cresce il gradimento dei presidenti di Regione. In testa Fedriga, che scavalca Bonaccini e Zaia, e nei Comuni Guerra (Parma). Buon quarto posto per il novarese Canelli. Il torinese perde il 7,7% rispetto al 2021. Peggio di lui Gualtieri (Roma)

Tra i sindaci è Michele Guerra (Parma, 63%) il vincitore del Governance Poll 2024. Secondo posto per Gaetano Manfredi (Napoli, 62%) mentre in terza posizione si piazza Michele De Pascale (Ravenna, 61%), in un podio tutto di centrosinistra. Tra i presidenti di Regione a conquistare la prima posizione è Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia, 68%) che scavalca sia Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna, 67%) che Luca Zaia (Veneto, 66%). Si conferma così il trio di testa che caratterizza da anni la classifica, ma ancora una volta a piazzamenti invertiti. Il Governance Poll 2024, la particolare classifica sul gradimento dei primi cittadini e governatori, è stata realizzata per il ventesimo anno consecutivo dall’istituto demoscopico Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore.

Sempre per quanto riguarda i sindaci, al quarto posto ci sono Luigi Brugnaro (Venezia), Giuseppe Cassì (Ragusa), Claudio Scajola (Imperia), Alessandro Canelli (Novara) e Matilde Celentano (Latina). Il dato più vistoso del ventesimo Governance Poll – si legge in una nota – è però il calo di popolarità della maggior parte dei primi cittadini. Solo un sindaco su quattro incrementa il consenso rispetto al giorno delle elezioni. Tra questi, la migliore performance è quella di Clemente Mastella, Benevento (+6,3%), seguito da Jamil Sadegholva di Rimini (+6,2%) e Luigi Brugnaro, Venezia (+5,9%). Per ben tre sindaci su quattro si è invece registrato un calo. Un trend che non ha risparmiato i primi cittadini delle grandi città metropolitane, per esempio Roberto Gualtieri (Roma) registra una flessione del 15,2% rispetto al giorno delle elezioni, attestandosi in penultima posizione con il 45%, ex aequo con il palermitano Roberto Lagalla. Anche il sindaco di Reggio Calabria è tra quelli penalizzati da questa tendenza, Giuseppe Falcomatà si piazza infatti al 77° posto con il 45,5% (-12,9% rispetto al risultato ottenuto nelle urne).

Trend in discesa anche per il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, 57° con il 51,5% (-7.7% rispetto al consenso delle urne del 2021 e meno 2% su quello dello scorso anno) e per il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore, che pur posizionandosi al 37° posto con il 54,5%, perde il 7,4%. Stessa tendenza per Marco Bucci (Genova) che perdendo il 6,5% cala al 67° posto con il 49%. Stabile invece Beppe Sala a Milano che riconferma il 57% e conquista la 19° posizione. IL sindaco leghista di Novara è il primo tra i piemontesi ma anche il suo dato non è completamente soddisfacente visto che è di 9,6 punti percentuali in meno rispetto al 69,6% sancito dalle urne nel 2021, anche se sale del 2% rispetto al soddaggio precedente. I suoi colleghi fanno peggio. Al 16° posto Patrizia Manassero, sindaca di centrosinistra di Cuneo, con il 58% scende di 5,3 punti rispetto al risultato elettorale e dello 1,5% dell’anno scorso. Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero (centrodestra), 47° in graduatoria, scende dal 55,7% del voto al 53%, e perde un punto e mezzo percentuale rispetto al sondaggio dl 2023. Il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante (centrosinistra), 51°, perde lo 0,9% teorico di consensi, scendendo dal 54,4% al 52,5%. 

Ritornando ai governatori, al quarto posto la coppia Vincenzo De Luca (Campania, 60%) e Roberto Occhiuto (Calabria, 60%). Per il campano De Luca si tratta di una risalita dopo il tonfo dell’anno scorso, mentre per il calabrese Occhiuto di una riconferma in relazione al trend degli ultimi anni. Altro ex aequo al sesto posto tra Francesco Roberti (Molise) e Donatella Tesei (Umbria) entrambi con il 57,5%. Ottava posizione invece per il presidente della Sicilia Renato Schifani che raggiunge il 57%. Il lombardo Attilio Fontana consolida il risultato ottenuto nel giorno delle elezioni e con il 55% (+0,3%) è al 9° posto. In calo il governatore del Lazio Francesco Rocca che dalle elezioni dello scorso anno perde il 6,4% e con il 47,5% si piazza in 11° posizione. Tra quelli che hanno fatto registrare, invece, il maggiore incremento di consenso rispetto al giorno delle elezioni c’è sia Bonaccini (+15,6%), che lo stesso Schifani (+14,9%). Non sono state testati i Comuni e le Regioni in cui si è votato nel 2024, tra cui il Piemonte di Alberto Cirio (rieletto con il 56,13%), oltre alla Liguria con il presidente Giovanni Toti sospeso dallo scorso maggio

“Le strade di sindaci e presidenti di Regione si separano – dice Antonio Noto – seguendo tendenze divergenti. Osserviamo infatti un calo di gradimento per un governatore su due, tutto sommato fisiologico, mentre ben tre primi cittadini su quattro perdono consenso. A quanto emerge dalla rilevazione, il ruolo dei presidenti di Regione è percepito più incisivo, sia in termini di governo del territorio che di capacità di portare le istanze locali all’attenzione del Governo. È anche da considerare che proprio la legge sull’autonomia differenziata ha riacceso negli ultimi mesi il protagonismo dei presidenti di Regione, sia di quelli che si sono dichiarati a favore che contro. La visibilità dei sindaci in questo tema è stata marginale, indipendentemente dalle loro posizioni. Insomma, i Presidenti di Regione sembrano contare di più e, di conseguenza, poter determinare la crescita di un territorio, il suo sviluppo infrastrutturale e l'implementazione di servizi”.

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