SANITÀ PIEMONTE, LA REGIONE PROVA A UNIFORMARE RETTE RSA

La quota sanitaria della retta dovrebbe aumentare del 3,5%, ma l’aumento è stato ricevuto solo in alcune Rsa. Le Asl del Piemonte hanno agito in modo diverso tra loro, anche se la Regione Piemonte aveva destinato 16 milioni a tale scopo. Il risultato “è una situazione a macchia di leopardo, dove ciascuna azienda sanitaria che ha deciso a modo suo con il risultato che il settore attende ancora di incassare circa 10 milioni”, spiega Michele Assandri presidente di Anaste, una delle associazioni dei gestori.

La situazione è rimasta incagliata fino a prima delle elezioni. Ieri gli assessori alla Sanità Federico Riboldi e quello al Welfare Maurizio Marrone si sono riuniti col direttore regionale Antonino Sottile, con quest’ultimo che ha scritto alle Asl per avere una tempestiva attuazione della libera. Nell’incontro di ieri è stato stabilito un ulteriore adeguamento tariffario pari allo 0,5% a decorrere da questo mese, mentre a ottobre Regione e gestori torneranno a riunirsi per stabilire gli aumenti della quota sanitaria per il biennio 2025-2026, come peraltro già previsto dall’accordo di febbraio. Aumenti che, come spiega allo Spiffero Marrone “sono fondamentali per il livello qualitativo di un servizio che, ricordiamolo, è rivolto a fasce deboli come anziani e disabili”. Un’esigenza che, come aggiunge il titolare del Welfare, “va contemperata con quella di non rendere le tariffe troppo pesanti per quelle famiglie che non sono in convenzione, ovvero quelle che pur in attesa della stessa convenzione sono in regime totalmente privatistico” e sulle quali grava anche la quota sanitaria. Per finanziare le famiglie in attesa della convenzione, Marrone ha intenzione di continuare a finanziare Scelta sociale, progetto con fondi europei con cui la Regione sostiene circa 4mila famiglie con 600 euro al mese.

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