(S)CENTRATI

Cirio dà appuntamento in Centro: aspetta Costa e osserva Marattin

Il governatore piemontese vuole occupare lo "spazio grandissimo che c'è tra Meloni e Schlein" rivolgendosi agli orfani e ai delusi del Terzo Polo. La decisione di Calenda di sostenere Orlando manda in tilt Azione. L'ex renziano domani annuncia l'addio a Italia Viva

A momenti gli scappava d’intonare Battiato. Per Alberto Cirio il “Centro” di gravità permanente è una prateria: “C’è uno spazio politico grandissimo, che va da Giorgia Meloni a Elly Schlein, che era occupato da alcune forze politiche di centro che questa vocazione centrista l’hanno persa – ha spiegato il governatore del Piemonte e vicesegretario di Forza Italia intervenendo alla festa dei giovani azzurri a Bellaria (Rimini) –. Questo spazio c’è e lo dobbiamo occupare, non facendo paura, ma dando delle speranze alle persone, senza solleticare i sentimenti più brutti che albergano in ciascuno di noi”. Insomma, proprio come il compianto cantautore siciliano, “over and over again” per non cambiare idea sulle cose e sulla gente: “Dobbiamo distinguerci perché siamo diversi, dobbiamo marcare il terreno politico con le nostre proposte – ha proseguito – lo ius scholae è giusto, non è solo utile per prendere voti e per differenziarsi. La scuola è un processo d’integrazione, ma è anche un investimento economico che un Paese fa. Dobbiamo farlo senza ambiguità, stando nel centrodestra che ha fatto Berlusconi e noi mai ci metteremo di mettere in dubbio questo patrimonio, ma lo ius scholae lo portiamo nel centrodestra”.

Nelle parole di Cirio si scorge anche il tentativo di aprire le porte di Forza Italia a quelle esperienze civiche e territoriali, molte delle quali rimaste “orfane” di riferimenti politici e “apolidi” nella collocazione sullo scacchiere politico. Una strada percorsa in Piemonte qualche mese fa alle recenti elezioni regionali con la sua lista “personale” – che con il 12% è la seconda forza della coalizione – su cui hanno trovato convergenza formazioni “storiche” come i Moderati di Mimmo Portas ed esponenti del fu Terzo Polo. Ed è proprio agli smottamenti in corso in Italia Viva ma principalmente in Azione che guarda con interesse il governatore: la decisione di Carlo Calenda di sostenere il campo largo nelle prossime urne in Emilia-Romagna, Umbria e soprattutto in Liguria dove il sostegno ad Andrea Orlando è particolarmente indigesto. Le ex di FI Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusy Versace stanno preparando i bagagli e sarebbero pronte a tornare a casa. È però Enrico Costa il figliol prodigo che Cirio accoglierebbe a braccia aperte ammazzando il vitello grasso di Carrù. “Sostenere Orlando ed il campo largo in Liguria contraddice il lavoro in chiave garantista che abbiamo svolto in questi anni”, ha scritto sui social l’ex ministro di Mondovì ricordando la piazzata forcaiola contro Giovanni Toti: entrare in un’alleanza con Pd e M5s “significa sacrificare le battaglie fatte e i tanti risultati ottenuti”. Farà rientro sotto le bandiere azzurre o proverà a mantenere in vita la fiammella terzopolista assieme al suo gemello diverso, l’ex renziano Luigi Marattin che domani alla Camera annuncerà il divorzio da Matteo Renzi e darà vita a un’associazione politica per dare un tetto alla fronda interna (circa 300 dirigenti territoriali di Iv e 100 ragazzi delle scuole di formazione)? Per l’eventuale rientro di Costa, comunque, non ci sono problemi, qualcuno invece potrebbero trovarlo Carfagna e Gelmini.

Nella sua veste di vice di Antonio Tajani, Cirio insiste sul valore dell’unità della coalizione: uno dei principali lasciti di Silvio Berlusconi (“che il centrodestra l’ha fatto”) che, a suo giudizio, non verrà scalfito nemmeno sull’Autonomia differenziata. Nonostante le differenze di vedute e i toni diversi persino all’interno di Forza Italia, dove il suo collega governatore della Calabria e altro vicesegretario, Roberto Occhiuto, manifesta forti perplessità e invita alla cautela. “Non ci divideremo – assicura Cirio mostrando le solite doti di equilibrismo – perché abbiamo posto l’attenzione massima affinché non si danneggi l’equilibrio, l’unità, l’uguaglianza delle regioni italiane. È un elemento imprescindibile che ci permette di andare avanti con l’autonomia differenziata come prevista dalla Costituzione ma con una valvola di salvaguardia, che sono i Lep, e con un osservatorio che Tajani ha voluto creare come Forza Italia per monitorare azione per azione, regione per regione, che migliori l’efficienza del nostro Paese”.

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