Assistenti sociali Piemonte, salvaguardare processi inclusione

"Sebbene non vi siano dati completi rispetto alla correlazione del fenomeno alla crisi pandemica, fattori come il distanziamento sociale e l'aumentato isolamento, la crisi economica, la riduzione dei servizi dedicati alla prevenzione e cura del disagio mentale, lo stress e burn-out degli operatori socio sanitari, l'aumento della violenza domestica, potrebbero incidere in futuro sulla salute mentale della popolazione, e rischiare di impattare anche sull'aumento della rischiosità suicidaria". Lo spiega Silvia Di Capua, assistente sociale, in vista di domani, 10 settembre, Giornata mondiale della prevenzione al suicidio. "Come ordine professionale riteniamo di fondamentale importanza mantenere e difendere con forza la dimensione pubblica di tutela della salute quale valore insostituibile di una democrazia capace di essere garante dei diritti di ogni cittadino" afferma la vicepresidente del Croas Piemonte, Sabrina Testa. "Per progettare percorsi di benessere integrati - conclude Antonino Attinà, presidente ordine assistenti sociali del Piemonte - dobbiamo assumere un approccio che veda la persona inserita in un contesto, che considera il sistema delle relazioni nelle quali è coinvolta. In un mondo condizionato da elevata mobilità delle persone, da velocizzazione dei ritmi di vita, da scarse occasioni per costruire relazioni umane durature, i professionisti e le professioniste assistenti sociali sentono la responsabilità di segnalare ai decisori politici quanto sia importante salvaguardare e incrementare i processi di appartenenza e inclusione nelle comunità e quanto sia necessario costruire visioni comuni tra la dimensione sanitaria e quella sociale dei servizi".

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