ECONOMIA

L'export non decolla, l'auto frena il Piemonte

Nei primi sei mesi dell'anno le vendite all'estero dell'Itaila hanno rallentato (-1,1%). Il Nord fiaccato dall'industria e in particolare dai mezzi di trasporto. Crescono Sud e Isole grazie a tessile, farmaceutica e legno

Restano le fiacche le vendite all’estero in Italia con il Nord-Ovest, un tempo locomotiva, che accusa il rallentamento dei mezzi di trasporto (-14% nei primi sei mesi del 2024 rispetto all’anno scorso) e in particolare del settore automobilistico (-22%). Ma a osservare la situazione nel suo complesso l’export rallenta in tutto lo stivale con la sola eccezione del Sud. A livello nazionale la flessione è dell’1,1% con il Nord-Ovest maglia nera col 3,5%, seguito dal Centro (-2,3%) e dal Nord-Est (-1,4%). Crescono, invece, le Isole (+7,3%) e il Sud, seppur in modo più contenuto (+1,9%). Le flessioni tendenziali più ampie delle esportazioni riguardano Marche (-41,3%), Basilicata (-40,9%) e Liguria (-26,3%); mentre le regioni più dinamiche sono Sardegna (+18,8%), Calabria (+18%), Molise (+14,2%), Campania (+8,8%) e Toscana (+8,7%). Lo rileva l’Istat.

Per quanto riguarda il Piemonte, il crollo dei mezzi di trasporto (-16,2%) e soprattutto degli autoveicoli (-29,7%) è solo in parte compensato dagli articoli farmaceutici (+22%) e dal settore tessile che cresce del 12,3% trainato dall’abbigliamento (+28,2%). Nel complesso il Piemonte perde 4,6 punti di export nei primi sei mesi dell’anno rispetto all’anno scorso. Il forte rallentamento del settore auto in Piemonte e Basilicata incide per 1,1 punti a livello nazionale, mentre la forte riduzione delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalle Marche contribuisce per ulteriori 1,4 punti percentuali. Decisamente più dinamica in tutto lo Stivale, ma in particolar modo in Toscana, Campania e Lazio, la vendita di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici con un impulso positivo di 2 punti.

Per quanto riguarda i paesi acquirenti, i contributi negativi più ampi alla flessione derivano dalla contrazione delle vendite delle Marche verso Cina (-94,9%) e Belgio (-55,8%), della Toscana verso la Svizzera (-64,8%), della Liguria verso gli Stati Uniti (-80,5%) e della Lombardia verso Germania (-6%), Stati Uniti (-5,7%) e Francia (-5,3%). Gli apporti positivi maggiori, invece, provengono dall’aumento delle esportazioni della Toscana verso Turchia (+275,8%) e Stati Uniti (+40%), della Campania verso la Svizzera (+63,6%) e del Friuli-Venezia Giulia verso gli Stati Uniti (+119,3%).

Se si tiene conto solo dell’ultimo trimestre rispetto a quello precedente, le esportazioni risultano pressoché stazionarie per il Nord-ovest (+0,2%) e il Nord-est (+0,1%), in aumento per il Centro (+1,1%) e in flessione per il Sud e Isole (-3,6%) che da gennaio a marzo avevano messo a segno un vero e proprio exploit. Nell’analisi provinciale si segnalano le performance positive di Arezzo (+39,8%), Firenze (+13,8%), Latina (+28,4%), Napoli (+16,7%) e Gorizia (+132,9%). Invece le performance provinciali peggiori riguardano Ascoli Piceno (-74,9%), Torino (-10,8%), Genova (-36,7%), Livorno (-44,8%) e Potenza (-46,3%).

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