PALAZZO LASCARIS

La Lega (s)Gancia un siluro a Cirio: "Ci vuole rispetto per il Consiglio"

La consigliera regionale del Piemonte, consorte del ministro Calderoli, critica la scelta di andare alla Consulta per difendere la legge sull'Autonomia senza passare dal parlamentino di via Alfieri. Un sonoro schiaffo al governatore e ai suoi equilibrismi politici

Perlomeno ingrati questi leghisti. E pensare che pur di assecondarli e lisciare le loro rivendicazioni Alberto Cirio non ci aveva pensato troppo a seguire Veneto e Lombardia nella costituzione davanti alla Consulta in difesa della legge sull’Autonomia differenziata. Eppure, nonostante abbia di buon grado accettato il diktat del segretario leghista Riccardo Molinari, forse in nome del quieto vivere tra alleati, al punto da mettere in secondo piano il suo ruolo di vicesegretario di Forza Italia, partito in cui sono forti le perplessità sul progetto autonomista, ad attaccarlo oggi in Consiglio è proprio la Lega. Sarebbe stato meglio che un atto di tale natura ricevesse il suggello del parlamentino, spiega senza troppi giri di parole Gianna Gancia. Ma non ha potuto dirglielo di persona visto che Cirio, anche in questo frangente, era assente.

L’occasione è stata la discussione della richiesta di un referendum per abrogare l'autonomia proposta presentata dal Pd, come già successo in Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Campania, le Regioni guidate dal centrosinistra. Il primo a prendere la parola è il segretario dei dem piemontesi Mimmo Rossi, che oltre agli strali sulla riforma contesta anche il metodo della giunta piemontese, che non è passata prima dal Consiglio. “Sul rispetto dell’assemblea legislativa non posso che dichiararmi d’accordo col collega Rossi. I processi democratici vanno rispettati”, attacca Gancia, ex europarlamentare e, incidentalmente, consorte del ministro Roberto Calderoli, padre della legge. Lo ripete anche uscita dall’aula: “Sono una convinta sostenitrice di tutti i passaggi della democrazia, so che qualcuno pensa che facciano perdere tempo, ma sono doverosi”. Già che c’è, ricorda come sull’Autonomia la Lega non arretrerà di un centimetro, costi quel che costi: “La nostra alleanza di Governo è basata su un contratto che prevede l’approvazione dell’autonomia. Se non c’è questo non c’è ragione di stare al Governo”.

Non è la prima volta che Gancia si comporta da “libera battitrice”. Sempre attenta, come ha ricordato pure oggi, a come si spendono i soldi dei cittadini, aveva sollevato dei dubbi sul nuovo piano di Edisu per tre residenze universitarie in Piemonte portato avanti dalla vicepresidente del Piemonte Elena Chiorino. Il Consiglio si era appena insediato, e durante una commissione di fine luglio aveva ventilato come 77 milioni di spesa per 630 nuovi posti fossero troppi: “Non è che i posti letto sono pochi rispetto ai milioni che spendiamo?”, aveva dichiarato tra la sorpresa degli alleati. Anche perché sul provvedimento in questione nessuno dell’opposizione aveva protestato, né in commissione né in aula. Ma Gancia sì.

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