Canalis (Pd), "il governo aggiorni il piano pandemico nazionale"

"Siamo più basiti dal constatare che, a due anni dalla fine della pandemia di Covid-19 e a ormai due anni dall'insediamento del governo Meloni, il ministro Schillaci e il ministero della Salute non hanno ancora ultimato l'aggiornamento del Piano pandemico nazionale 2021-2023". Lo afferma in una nota la consigliera regionale del Pd Monica Canalis, che sottolinea: "Purtroppo, nel rispondere alla mia interrogazione sul tema, l'assessore regionale Riboldi ha dovuto riconoscere l'assenza di questo documento programmatorio, che dovrebbe fornire le basi tecniche normative/amministrative alla Regione. Nelle more del nuovo Piano pandemico nazionale, la Regione ha prorogato per l'anno 2024 il Piano Panflu 2021-2023, ha aggiornato il sito regionale delle vaccinazioni, sta predisponendo specifiche informative sulle vaccinazioni e promuovendo le vaccinazioni per influenza e Covid". "L'assessore - riferisce Canalis - ha anche rassicurato sulle scorte di mascherine e dispositivi sanitari e sul miglioramento della catena di comando ma sono mancati fondamentali riferimenti. L'assessore - sostiene Canalis - non ha fatto alcun accenno al potenziamento dei Sisp (Servizi di igiene e sanità pubblica delle Asl), che sono gli organismi deputati alle attività di prevenzione, controllo, vigilanza, supporto alle amministrazioni locali per la verifica di compatibilità degli strumenti urbanistici e progetti di edilizia complessa, profilassi delle malattie infettive e vaccinazioni. Sul potenziamento dei posti letto ospedalieri in terapia intensiva - prosegue la consigliera Pd - non sono stati forniti dati precisi sull'utilizzo del finanziamento nazionale dedicato. Non è stata assunta alcuna iniziativa nei confronti degli atenei piemontesi per istituire anche nella nostra Regione un corso di studi per formare assistenti sanitari, figure professionali create con decreto ministeriale n. 69/1997 e deputate specificamente a tamponi, vaccinazioni, assistenza sanitaria, prevenzione ed educazione alla salute individuale, familiare, di gruppo. Non è stata promossa - conclude - alcuna campagna pubblica per sensibilizzare sull'importanza delle vaccinazioni per le persone con più di 65 anni o con meno di 12 anni e per le persone fragili, tradendo forse un'implicita compiacenza verso ambienti no vax".

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