Case popolari, prima gli italiani

Le domande provengono in maggioranza da extracomunitari, che però autocertificano i requisiti. Vale o non vale la legge che lo vieta? Quante graduatorie in passato potrebbero essere invalidate per questa inosservanza?

A Vercelli è in previsione la revisione del Regolamento per l'assegnazione delle case popolari. L’anno scorso su 350 domande per una casa, piu’ del 60 per cento delle domande proveniva da extracomunitari. A fronte di questo dato incontrovertibile, non ci sono purtroppo case per tutti. Noi della Lega Nord chiediamo una maggiore tutela di chi risiede in Italia da sempre o da piu’ tempo rispetto all’ultimo arrivato. E chiediamo vengano fatte rispettare le leggi in materia su chi può o non può autocertificare la nullatenenza per accedere ai bandi. 
 
L’autocertificazione non verificabile di chi magari vuole approfittarsi del nostro sistema, si trasforma in un danno alla nostra comunità. Vogliamo intanto che sia elevato da 3 a 5 anni il minimo di anni di residenza a Vercelli per poter fare la domanda, opzione prevista dalla normativa regionale. Non farlo significia penalizzare italiani in difficoltà economica e cittadini residenti qui da più anni e privilegiare l’ultimo arrivato (magari con l’ondata di asili politici concessi dal governo Renzi, che accedono a tutti i bandi sociali)?
 
Inoltre, in materia di certificazione e autocertificazioni al momento della compilazione della domanda per accedere al bando per l’assegnazione della Casa, esistono due decreti del Presidente della Repubblica che non è chiaro se e perché a Vercelli non vengano considerati e per i quali richiediamo una verifica. Si tratta dei DPR 445/2000 (art.3, comma 2 e 3) e 394/1999 (art. 2, comma 1 e 2) secondo i quali gli extracomunitari richiedenti prestazioni socio-assistenziali (in ogni caso a carico della collettività) debbono comprovare (e non solo autocertificare) che non possiedono beni immobili o mobili qui e nei paesi di origine. Se non lo provano non potrebbero nemmeno entrare in graduatoria. Quante graduatorie in passato potrebbero essere invalidate per questa inosservanza, se confermata? 
 
In sostanza se hanno una casa o dei conti correnti all'estero devono farsi rilasciare la dichiarazione dalla loro Agenzia delle Entrate nel loro Paese d'origine da cui risulti quello che hanno o non hanno (case, appartamenti o conti correnti), peraltro tradotta e validata. Puo’ accadere, anzi accade spesso, che extracomunitari passino avanti ai cittadini italiani nelle graduatorie di assegnazione case, ad esempio, per il semplice fatto che autocertificano di non possedere case o appartamenti. Ma una domanda è lecita, se un extracomunitario emigra nel nostro paese ma ha proprietà nel suo paese di origine, è giusto che passi avanti a chi, italiano o altro extracomunitario magari davvero nullatenente, non ha nulla in Italia e niente ovviamente all’estero? 
 
* Alessandro Stecco, capogruppo Lega Nord al Comune di Vercelli
 

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