Damilano, presunto civico

All’indomani dell’investitura di Paolo Damilano come candidato sindaco del centrodestra Torinese, qualche considerazione bisogna pur farla sia riguardo il considerare questa candidatura come civica, sia riguardo la composizione della coalizione a suo supporto che si sta cercando disperatamente di allargare guardando al mondo liberale e moderato. Innanzitutto, la forzatura parte dal considerare civico un candidato espressamente suggerito da un partito politico, cioè la Lega. Un nome già sponsorizzato come possibile Candidato per le ultime elezioni Regionali e che i sodali salviniani hanno riproposto per la corsa a Palazzo Civico.

Certo, in questi mesi si è tentennato molto ad ufficializzarne il nome come candidato di coalizione, puntando tutto su una campagna pre-elettorale unicamente sotto il simbolo civico, ma il fatto che la sua candidatura fosse comunque espressione partitica era il segreto di Pulcinella in Città, segreto che qualcuno vorrebbe ancora nascondere. Le candidature realmente civiche si basano su presupposti diversi e sono o saranno semmai altre. A questo si collega il tentativo di allargare la coalizione a suo supporto provando a coinvolgere il mondo liberale e moderato sempre più distante dall’asse Pd-5 stelle.

Il centrodestra torinese ha una forte componente estremista e sovranista con la presenza dei pochi sedicenti moderati nella civica del candidato, che sembra non potrà avere alcun peso nelle dinamiche future interne alla coalizione. Partiti sovranisti che a Torino in particolare non esitano ad assumere posizioni estreme e che contengono anche nella classe dirigente elementi che non nascondono simpatie scomode ed un certo grado di nostalgia verso il passato. Nella corsa alla compilazione delle liste dei candidati, inoltre, non ci si tira indietro dal flirtare con nostalgici dichiarati o con chi, anche solo recentemente, ha dichiarato di voler fare di Torino un “laboratorio sovranista”. In queste condizioni, con un rapporto di forze interne alla coalizione totalmente spostate all’estremo, viene da chiedersi quale possa essere il ruolo delle forze che si dichiarano liberali o come il candidato stesso possa immaginare di far coesistere valori, posizioni ed istanze tanto diverse tra loro. Laici, liberali ed europeisti sono diametralmente opposti ai sovranisti sovrabbondanti nel centrodestra attualmente a supporto di Damilano.

I valori liberali non possono essere considerati una medaglietta da attaccarsi addosso sulla divisa con cui ci si presenterà sul palco elettorale: o si possiedono o no e l’attuale coalizione che sostiene la candidatura del “civico” Damilano ne è quasi del tutto priva. Crediamo che ai Torinesi bisognerebbe parlare chiaro, senza mantenersi in quella zona d’ambiguità utile a provare ad ottenere consenso in diverse aree politiche. Torino, dopo 5 anni di decrescita infelice causata dal populismo grillino, ha bisogno di altro e non certo di una deriva estremista, sovranista ed antistorica come quella che si appresta a rappresentare questa candidatura pseudo-civica.

*Claudio Desirò, Buona Destra

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