Provincia di Cuneo, non un simulacro

Egregio direttore,
il centrodestra cuneese ha battuto un colpo forte e chiaro perché si richieda la rinascita della Provincia come ente di area vasta intermedio fra la Regione e i Comuni al servizio indispensabile del territorio e dei suoi cittadini. Riconosciamo merito all’avv. Maurizio Paoletti, sindaco di Boves e responsabile provinciale di Forza Italia, che ha dato ampia voce a quanto noi da destra sosteniamo da sempre.

Eravamo delusi: poche e isolate voci, malgrado l’intimo convincimento dei molti, si levavano per richiedere di cambiare questo simulacro di Provincia, mantenuto in piedi per ragioni di potere dalla riforma del centrosinistra del 2014 (ministro Delrio del Pd). Finalmente, autorevolmente si indica ora la volontà di cambiare, di riprendere ruolo e funzioni, di contare sul piano politico, programmatico e progettuale. E in primo luogo si reclama la facoltà di rifare eleggere direttamente dai cittadini il presidente della Provincia e un congruo numero di consiglieri che rappresentino tutte le aree del territorio.

Può la Provincia Granda essere governata da soli 12 pressoché sconosciuti consiglieri? Può essere svilita dal punto di vista quantitativo e qualitativo ad un numero di dipendenti ridotti a funzioni meramente burocratiche? Può una Provincia virtuale come quella attuale fare programmi e progetti come ai tempi dei presidenti Bonino, Quaglia e Raffaele Costa?

Fra tutti i consiglieri provinciali che il 25 settembre andranno a votare per il nuovo presidente della Provincia, siamo certi che sono tanti coloro che auspicano il ritorno dell'Ente al ruolo e al peso di un tempo. Allora sollecitino il cambiamento della riforma, richiedano di ricostituire la Provincia bella sua essenza storica e istituzionale. È anche un modo concreto per ricondurre i cittadini alla partecipazione alla vita politica. A che serve accapigliarsi per l'ordinaria amministrazione di un ente che è impedito di operare ed incidere?

Chi sostiene nel programma elettorale la “cooperazione per affrontare i problemi di una grande area interna qual è il cuneese, dialogo tra montagna e pianura, tra valli e città di fondo valle, fra il cuneese e le aree transalpine” non ha capito granché della questione Provincia e delle sue condizioni. È schierato aprioristicamente a difesa di una riforma politica fallimentare.

Ringraziamo per la pubblicazione.

*Paolo Chiarenza, ex consigliere provinciale anni '80 e '90, e Guido Giordana, Sindaco di Valdieri

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