Non sparate sui precari

Reazioni irose e un po’ sopra le righe alla lettera di ieri. Chi intravvede complotti politici, chi un disegno per colpire il pubblico impiego. Una addirittura fa scrivere dal suo avvocato. Calma, siete importanti, ma non montatevi la testa

E ancora una volta Lo Spiffero parla di noi. Bene, giusto, siamo contenti. La precarietà nella Pubblica Amministrazione è una piaga gravissima che deve essere conosciuta da tutti e che, come abbiamo già detto sullo Spiffero stesso, lede non solo i diritti dei precari, ma anche dei cittadini che fruiscono di servizi erogati da personale instabile, ricattabile e che quindi potrebbe non garantire quell’imparzialità della Pubblica Amministrazione prescritta dalla Costituzione. Lo Spiffero stavolta dà voce a un parere molto critico nei nostri confronti: saremmo sostanzialmente una manica di raccomandati, vicini alla politica, che usano trucchetti para-mafiosi per farsi firmare lettere a proprio favore dai direttori, che truccano concorsi, che si fanno fare le leggi ad hoc, che sarebbero "personalità eccellenti" (sic!) che trigano e brigano 24 ore al dì per portarsi a casa 1.200 euro al mese di stipendio. Riteniamo a questo punto obbligatoria qualche precisazione. Vengono fatti sette nomi (a nostro parere ingiustamente diffamati) e vengono dimenticati gli altri 200 precari con lauree, master, dottorati e quattro o cinque selezioni pubbliche alle spalle per continuare a fare un lavoro che, nonostante tutto, amano e difendono. Specifichiamo anche che i tempi determinati sono in servizio perché hanno vinto un concorso pubblico: se qualcuno ritiene che quel concorso sia stato truccato, al posto di scrivere allo Spiffero dovrebbe fare un esposto in Procura con nomi, cognomi e descrizione dei fatti illeciti, ma fino adesso solo fango, tanto fango, e nessun fatto. Mai. E perché tutto questo fango verso i precari della Regione? Per una questione politica, ma in questo caso "politica" in senso stretto. Noi abbiamo una certezza, mentre chi scrive contro di noi spesso chiacchiera a vanvera senza conoscere i fatti: ogni volta che c'è qualche movimento di Assessori, cioè ogni volta che si parla di rimpasti di Giunta, sullo Spiffero salta fuori il problema dei precari della Regione. Vuoi che faccia gola il posto dell'Assessore Quaglia, o vuoi che faccia gola il posto dell'Assessore Maccanti, ecco che qualche assiduo e attento lettore scrive allo Spiffero dicendo che i precari sono dei satanassi tremendi che costano troppo, raccomandati, brutti, sporchi e cattivi. Noi lo ribadiamo ancora una volta: forniamo servizi da tre anni, in alcuni casi anche da oltre un decennio. Senza di noi interi Settori chiuderebbero. Abbiamo vinto un regolare concorso pubblico inserito in un percorso di stabilizzazione. Ora attendiamo con filosofica pazienza il prossimo attacco. Al prossimo movimento di Assessori chissà cosa scriverà lo Spiffero su di noi. Intanto in Regione Piemonte ci sono 200 persone che lavorano, tutti i giorni, per tutti i piemontesi. I detrattori dicano quello che ritengono, magari prima o poi entreranno in Giunta. Noi lavoriamo tutti i giorni, anche per loro. E replicheremo,

se necessario. Buon lavoro.

I tempi determinati – FP CGIL Piemonte

 

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Adesso basta per favore! In risposta al sig. Alfonso Ferrero, sempre che lei esista e non sia l’ennesima provocazione pilotata da qualcuno, ci tengo a sottolineare che quando si parla di fatti e circostanze sarebbe il caso che questi venissero riportati nella maniera corretta. Innanzitutto le proroghe sono state fatte perché il Governo ha impugnato solo il comma relativo al concorso a tempo indeterminato e alle modalità di svolgimento dello stesso e non il comma relativo alle proroghe, per cui con le dovute modifiche l’articolo relativo al concorso sarà costituzionalissimo e legittimo… concorso che comunque ci toccherà rifare e sottolineo rifare, pur rientrando noi in un piano di stabilizzazione che prevedeva la trasformazione del contratto dopo 3 anni di lavoro come espressamente scritto anche nel bando di pubblicazione del concorso pubblicato sul BUR n. 19 dell’8.05.2008, quindi valido per interni ed esterni, nel quale testualmente viene scritto “Il Direttore della Direzione regionale “Risorse umane e Patrimonio”, in esecuzione della determinazione n. 550 del 30/4/2008”, determinazione che espressamente recita con “D.G. R n. 32–7961 del 28 dicembre 2007 è stato recepito il Protocollo d’Intesa in materia di lavoro precario presso il ruolo della Giunta Regionale; con il citato Protocollo d’Intesa, le parti hanno concordato di attivare un percorso graduale di stabilizzazione del personale precario articolato in una prima fase di selezioni pubbliche per assunzioni a tempo determinato ed una futura trasformazione di tali rapporti di lavoro a tempo indeterminato (mi sono quasi stufata di ripetere sempre le stesse cose, ma repetita iuvant, e finché sarò una dipendente regionale, accusata di aver rubato il posto a qualcun altro o di essere raccomandata, mi batterò per difendere le mie ragioni!!!).

 

Tutti gli altri che, come dice lei hanno partecipato al concorso senza una particolare esperienza di precariato, sono quelli che come me hanno partecipato da esterni al concorso, proprio come prescrive la legge e precisamente l’articolo 97 della nostra Costituzione, di cui forse Lei ignora l’esistenza… il concorso inoltre deve essere pubblico, vuol dire aperto anche agli esterni, che non godranno come gli interni di riserve o maggiori punteggi dovuti ai titoli. I veri precari della Regione, come scrive Lei, che sono rimasti fuori dal concorso sono quelli che, ahimè, non l’hanno passato, perché forse non hanno studiato abbastanza o perché essendo già all’interno avevano dato per scontato di passarlo senza grandi sforzi, rientra per caso tra questi sig. Ferrero, per leggere così tanto astio nelle sue parole? Se così fosse affinché superasse il concorso, questo, allora, doveva essere tarato apposta per Lei sig. Ferrero? Si ricordi che la base del lavoro in Regione ha proprio natura amministrativa, quindi ripassare dei sani principi di diritto non l’avrebbe nuociuto anzi reso più dotto!

 

 Inoltre, prima di sparare i nomi di coloro che secondo Lei sono raccomandati, si accerti e porti delle prove che il concorso per queste persone sia stato truccato, solo allora potrà puntare il dito!!! Fino a quel momento è perseguibile Lei per diffamazione e sarei ben contenta se i colleghi citati la querelassero! Detto questo, chiedo a Lei, a tutti quelli come Lei e alla redazione de Lo Spiffero di finirla di scrivere e riportare cose che fanno male a persone che come me hanno studiato per superare quel concorso e basta…non hanno santi in paradiso, amicizie, non sono iscritte a partiti, non hanno padri o madri famosi… magari sono iscritte a un sindacato, ma semplicemente per tutelare il proprio posto di lavoro dai malpensanti come Lei! Ricordatevi che verba volant scripta manent e voi con le vostre parole non fate del male a quelli tra di noi, come sostiene Lei “figli di papà”, che inqualche modo un altro impiego riusciranno a trovarlo, ma a persone oneste come me che in Regione ci sono entrate solo grazie alle proprie gambe, perché hanno studiato!

 

Daniela Loriga

 

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In merito al quasi pienamente condivisibile articolo, volevo sottoporVi una precisazione o segnalazione in merito a questa affermazione, l'unica che non mi pare condivisibile: "Ma nonostante tutto la proroga dei contratti a tempo determinato, oltre tutti i limiti imposti dalla normativa nazionale in materia (massimo 3 anni di contratto a tempo determinato) è stata applicata e ora quindi si prospetta la concreta stabilizzazione".
 
In realtà, l'unica differenza tra pubblico impiego e privato sta proprio in questo punto (fortunatamente): La c.d. “specialità” del rapporto di lavoro pubblico determina, inoltre, l’inapplicabilità della regola della “conversione” del contratto a termine illegittimo in contratto a tempo indeterminato, nell’ipotesi in cui il giudice accerti la nullità della clausola appositiva del termine (ad esempio, per l’insussistenza delle esigenze temporanee ed eccezionali, per l’inosservanza della forma scritta, per la violazione delle norme in materia di proroga del contratto a termine), regola che è, al contrario, pacificamente ammessa per il contratto a termine concluso nel settore privato. Sotto questo profilo, infatti, il legislatore stabilisce che la violazione di disposizioni imperative riguardanti l’assunzione o l’impiego di lavoratori, da parte della P.A., non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato (art. 36, co. 5, primo periodo, D.Lgs. n. 165/2001).


Dovendosi escludere l’applicabilità di una tutela di carattere ripristinatorio, il lavoratore pubblico assunto con contratto a termine illegittimo ha diritto unicamente al “risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative” (c.d. tutela risarcitoria: art. 36, co. 5, secondo periodo, D.Lgs. n. 165/2001), la cui concreta quantificazione è deputata alla valutazione del giudice di merito.

 

L’amministrazione condannata al risarcimento del danno nei confronti del lavoratore potrà successivamente agire per il recupero delle somme versate nei confronti dei dirigenti che hanno commesso la violazione delle disposizioni in materia di contratto a termine con “dolo” o “colpa grave” (art. 36, co. 5, terzo periodo, D.Lgs. n. 165/2001). Inoltre, al dirigente che sia stato ritenuto responsabile della violazione non può essere erogata la retribuzione di risultato ed è imputata la c.d. “responsabilità dirigenziale” ai sensi dell’art. 21, D.Lgs. n. 165/2001 (art. 36, co. 5, quarto periodo, D.Lgs. n. 165/2001).
 
In definitiva, per una volta penso che non dovrebbe essere pantalone a pagare per stabilizzare tutti, ma si assumeranno le proprie responsabilità i direttori e dirigenti e relative assicurazioni che hanno firmato atti illegittimi.

 

Flavio Casale

 

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Scrivo la presente in nome e per conto della dott.ssa Francesca Ferro che mi ha incaricato della tutela delle sue ragioni con riferimento alla vertenza in epigrafe. Si fa riferimento in particolare all’articolo pubblicato in data odierna sulla Vostra Testata. Tale articolo, per il suo tenore allusivo e per le insinuazioni che propone, ha chiaro contenuto diffamatorio, pregiudizievole per l’onore e la reputazione della mia assistita, lesa nella sua sfera personale nonché professionale proprio su una testata nota all’interno del suo ambiente lavorativo. Vorrete pertanto procedere all’immediata rettifica delle inesattezze, prendendo le debite distanze dalle affermazioni del sig. Ferrero, che viene indicato come autore del testo.Vorrete altresì immediatamente comunicare le generalità e i riferimenti del predetto onde consentire alla dottoressa Ferro di tutelarsi anche contro l’autore.Visto il combinato disposto degli artt. 57 e 595 c.p., vorrete provvedere al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, patiti dalla mia assistita per effetto della pubblicazione dell’articolo e della sua diffusione, articolo che al momento risulta essere stato anche condiviso oltre 1800 volte sul social network www.facebook.com. La mia assistita attenderà giorni sette dal ricevimento della presente dopodiché, indifetto di riscontro, provvederà a tutelarsi in ogni sede, anche penale.Tanto si doveva.

 

Avv. Luigi Dentis

 

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Vi scrivo con indignazione a proposito dell'articolo apparso sul vostro giornale stamattina scritto da tale Alfonso Ferreri a proposito dei precari. Prima di tutto in questo articolo è dichiarato il falso poiché io NON SONO IN NESSUN MODO IMPARENTATA CON ALDO TIMOSSI, ex dirigente regionale; è un semplice caso di omonimia, la persona che l'ha scritto, evidentemente non si è nemmeno impegnato a informarsi decentemente. Inoltre è un articolo che avanza dichiarazioni infamanti nei confronti di noi lavoratori precari che abbiamo regolarmente svolto un concorso pubblico senza alcuna raccomandazione. So che l'articolo è stato scritto su uno spazio aperto ai lettori, vi chiedo subito di rettificare al più presto ciò che è stato scritto su di me e su tutti noi precari, è un vostro dovere.

 

Elena Timossi

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