Il Comune perde la testa (della holding)

Unicredit è disponibile a partecipare allo start up della finanziaria ma chiede la poltrona di ad. E Trm potrebbe restare fuori dall'operazione. Dealessandri alla ricerca di una soluzione

Di certo un politico navigato come Piero Fassino è abituato a far fronte a ogni tipo di imprevisto, ma forse non si aspettava nemmeno lui una strada così impervia per realizzare uno dei piani a cui più teneva. Per sanare le casse comunali il primo cittadino ha varato assieme agli assessori Gianguido Passoni (Bilancio) e Tom Dealessandri (Partecipate) il piano per la realizzazione di una super holding delle aziende comunali da trasferire alla Fct, la finanziaria di Palazzo Civico, che le acquisirebbe attraverso il prestito di una banca. Ma non è tutto così semplice. Dealessandri incontrerà in serata i consiglieri democratici per aggiornarli sullo stato dell’arte. L’ipotesi prevede l’accorpamento di Amiat, Gtt e Trm in un’unica società da trasferire per intero alla Fct. Successivamente verrà ceduto il 40% di ogni azienda, a partire proprio da quella dei trasporti.

 

A propiziare questa operazione potrebbe essere l’Unicredit, unico istituto bancario in grado di investire tanti quattrini a Torino, visto che Intesa San Paolo pare sia già fin troppo esposta nei confronti della città. Sarà la banca di piazza Cordusio a garantire a Fct i quattrini necessari per far partire l'operazione, ma avrebbe già comunicato che a quel punto pretenderebbe di esprimere l’amministratore delegato della finanziaria, mettendo nei fatti in secondo piano il Comune.

 

Una richiesta che scombina non poco i piani dell’amministrazione cittadina e che potrebbe dar nuovo vigore a quanti - finora sotterraneamente - si oppongono. Inoltre, a tenere sulle spine gli amministratori è un’altra questione: quella legata a Trm, la società che si occupa della realizzazione e gestione dell’inceneritore al Gerbido. Trm è infatti un ente costituito in house, senza gara d’appalto pubblica. La Città si è impegnata con le banche che hanno fornito, anche in questo caso, un prestito per la realizzazione della struttura, con il vincolo che questa rimanga in mano pubblica e non venga ceduta. Per questo pare non possa entrare a far parte della società finanziaria che sta predisponendo Palazzo Civico. In merito si sarebbero già pronunciati alcuni giuristi, ma Dealessandri, che non si dà mai per vinto, pare abbia ottenuto un parere favorevole dall’avvocatura comunale: un raggio di luce in fondo al tunnel?

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