“Gtt se ne infischia del Consiglio”
07:15 Mercoledì 21 Dicembre 2011La denuncia della Scanderebech, ma per Lubatti è una bufala. Intanto monta la polemica sullo spropositato aumento delle tariffe, volto, secondo alcuni, alla vendita della utility
Mentre a Palazzo Civico, nelle riunioni di maggioranza, si discute sugli aumenti alle tariffe del trasporto pubblico locale, la Gtt ha già fatto pervenire nelle tabaccherie di Torino una lettera in cui comunica le novità sui costi di biglietti e carnet a partire dal prossimo anno.
«Come è possibile che l’azienda stia già comunicando le nuove tariffe se la discussione inizierà domani pomeriggio alle 17 (oggi, ndr) in Commissione e passerà al voto venerdì pomeriggio in Consiglio?» si chiede la capogruppo di Fli in Sala Rossa, Federica Scanderebech. Che aggiunge: «E' una vergogna che Gtt si permetta di trasmettere tali informazioni prima ancora che il Consiglio Comunale le abbia varate, per questo ho chiesto che il Sindaco in persona faccia immediata chiarezza sulla questione». A onor del vero, la tabella inviata non riporta le modifiche di competenza del Comune, bensì quelle già deliberate dalla Regione. La tensione è comunque altissima. Le trattative proseguono frenetiche e per questo l’atto compiuto all’amministratore delegato Roberto Barbieri è apparso a tutti come una forzatura decisamente inopportuna. Poco dopo la replica dell’assessore ai Trasporti Claudio Lubatti: “Si trattava delle nuove tariffe già deliberate dalla Regione. La Gtt non ha ancora comunicato nulla in merito alle decisioni che prenderà il Consiglio in questi giorni”.
Gli aumenti, a quanto riferito dall’amministrazione comunale, servono per controbilanciare un taglio da 12 milioni dei trasferimenti regionali, che piazza Castello ha deliberato alla fine dello scorso mese di novembre. Ma secondo l’assessore regionali ai Trasporti Barbara Bonino i conti non tornano:«Abbiamo proposto agli enti locali un aumento solo del 10% per i biglietti ordinari, non del 50% come ha invece stabilito il Comune di Torino. Il superamento di tali quote è esclusiva e autonoma responsabilità dell’amministrazione torinese, che se ne deve assumere le proprie responsabilità». Per questo non sono in pochi all’interno di una Sala Rossa in fibrillazione a pensare che la delibera proposta da Palazzo Civico sia soprattutto un metodo per ingrassare il “maiale” prima di venderlo, in vista dell’operazione che prevede, attraverso Fct, la dismissione del 40% delle quote aziendali. Un’operazione, a quanto pare, che ha ricevuto un’accelerata, dopo le nefaste valutazioni sul valore delle partecipate comunali comunicato in autunno dagli advisor.